Magazine Maternità
Io ho allattato mio figlio fino a 9 mesi e mezzo.
Fino a 5 mesi e mezzo è stato allattato esclusivamente al seno, poi abbiamo
iniziato con la frutta, le pappine e il resto.
Alla fine prendeva il mio latte solo a colazione finché ho iniziato a notare che dopo
un’oretta aveva di nuovo fame. A quel punto, gli ho proposto il latte della centrale
(a quel punto non aveva senso dargli il latte artificiale) e sulle prime l’ha rifiutato,
forse perché glielo avevo proposto col biberon. L’ho proposto col bicchierino ed
è andata meglio, anche se dopo voleva di nuovo il seno. Qualche giorno dopo,
eravamo al mare, ha bevuto il suo bicchierino di latte e poi non mi ha chiesto
niente. Il giorno dopo nemmeno.
E’ stata dura per me. Era qualcosa che sentivo di essere pronta a fare, ma farlo è
stata un’altra cosa. Era come se avessi realizzato in quel momento che mio figlio
poteva vivere anche senza di me. (E meno male direte voi! E lo dico anch‘io!)
E questo psicologicamente.
Fisicamente, il mio seno era ridotto all’ombra di se stesso, moscio, spento,
ridimensionato di 2 taglie: dalla terza abbondante ad una triste seconda!
Ma non volevo raccontarvi questo.
Questo è come è finita.
Ora vi dico di come è iniziata.
E’ iniziata che ero gasatissima: mio figlio è mio e lo allatto io. Tutte le
donne hanno il latte e ne producono esattamente quanto basta per il loro
bambino. E’ un meccanismo perfetto. Non può non funzionare. Ok. Pronti
via.
Allattavo mio figlio ogni 2 ore, come da richiesta, poi gradualmente ogni 3 su
mia proposta e sua approvazione. Non ero di quelle mamme che stavano tutto il
giorno col seno al vento, col cucciolo attaccato per mangiare/dormire/coccolarsi,
troppo faticoso per me. Questo per un paio di mesi. Nel frattempo mio figlio
cresceva poco. 500 gr nel secondo mese e la pediatra allarmata mi disse: forse
lei non ha abbastanza latte e il bimbo non si lamenta perché è un tipo pacifico
(possibile che un bambino che ha fame non si lamenta? La teoria non era
questa…), lo allatti anche quando non lo chiede, lo attacchi spesso in modo da
produrre più latte.
Ma come era possibile che io non avessi latte se il mio seno era sempre
ingorgato, se dovevo dormire supina con due cuscini ai lati del seno per
evitare che il peso su un lato o sull’altro addensasse il latte da una parte o
dall’altra accentuando l’ingorgo? Come era possibile se dovevo farmi i bagnoli di
acqua calda prima di allattare per favorire la risoluzione dell’ingorgo?
Mio figlio non aveva abbastanza latte o non aveva fame?
Non l’ho mai saputo e tutt’ora non lo so. Sono andata avanti, nonostante lui
crescesse poco nella convinzione che il meccanismo perfetto funzionasse anche
per noi (anche se in modo non classico (niente bambino paffutello)).
Non saprò mai se ho fatto la scelta giusta.
Se mi sono sacrificata? SI, allattarlo per me è stato complicato, specie i primi
mesi. L’ho fatto perché lo amavo, perché mi avevano insegnato che per lui
era la cosa migliore che potessi fare e mai mi sarei tirata indietro visto che
avrei dato la vita per lui. Come tutte le mamme del resto. Se ho fatto bene
non lo saprò mai!
Se è stato bello? SI, lo è stato. Allattarlo era continuare ad alitare in lui la
vita. Io la vivevo così… era bello, era duro, era faticoso, era un atto d’amore o
di egoismo? Non lo saprò mai!
Quello che so è che ho fatto quello che mi sentivo di fare, come donna e come
mamma. Nulla di più. Forse sono stata una mamma irresponsabile, una pessima
mamma pur facendo il mio dovere di mamma.
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