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Bene, ho avuto un cesareo d'urgenza, ma l'ho affrontato bene, perchè ero stremata da 10 ore di travaglio con ossitocina e soprattutto avevo paura per gnometto, visto che bendue volte gli erano scesi i battiti e stava andando in sofferenza. Nasce, tutto ok, me lo fanno tenere per pochissimo tempo ma ero rintronata dall'anestesia e poi nessuno si premura di dirmi di attaccarlo subito. La prima notte passa così, lui al nido e io in preda ai dolori post-operatori. La mattina dopo mi sento meglio, mi siedo nel letto e con mia sorella provo ad attaccarlo. Niente, non riesce a succhiare. Mia sorella va a chiamare le simpatiche puericultrici, spiegando che il bambino non si attacca, rispondono "saranno i muchi non si preoccupi" (risposta data a mia sorella che era andata da loro, nessuna si è disturbata a venire a vedere). Il pomeriggio ancora tengono mio figlio al nido (non sapevo quanto fosse importante attaccarlo subito, mannaggia a me e alla mia disinformazione), poi me lo portano e continua a non attaccarsi. Dopo due ore me lo portano in terapia intensiva perchè aveva problemi respiratori, aveva sofferto durante il travaglio e se ne accorgono 24 ore dopo la nascita! Tralascio su come stavo io, per fortuna il reparto era al piano di sopra, con molta fatica ho fatto le scale e ogni giorno andavo da lui. Intanto mi era arrivata la montata lattea, e mi dissero di andare al nido per tirarmi il latte. Vado, mi piazzano su una sedia davanti ad una tiralatte elettrica dicendo "prego" e io lì a spiegare che non la sapevo usare, se per favore mi illuminavano...insomma mi tiro il latte e...wow...100 gr come niente, addirittura in tin mi dissero che mio figlio ne mangiava di meno, quindi lo avrebbero dato alla banca del latte.
Insomma, lui prendeva il biberon, ma era sempre il mio latte (nonostante le aggiunte dei primi giorni), una volta a casa lo avrei allattato perchè di latte ne avevo eccome! Beata incoscienza...
Torniamo a casa, già con la prescrizione dell'aggiunta che mi aveva dato il primario del reparto (premetto che per fortuna è stato solo 5 giorni in tin, stava bene e soprattutto era nato di 3850 gr e alla dimissione pesava 3700 gr, non era poi tanto bisognoso dell'aggiunta! ma questo l'ho considerato solo molto tempo dopo)...attacco gnomo, lo peso (eh già, perchè mi sono anche imbarcata nella follia delle follie, la doppia pesata!) e via così...solo che mio figlio era abituato ormai a succhiare dal biberon, per cui si attaccava malissimo e tirava ancora peggio...risultato: dopo tre giorni ragadi che mi facevano vedere le stelle ogni volta che si attaccava...urlavo dal dolore (e non ho urlato durante le contrazioni, fate un po' voi) guardavo con ansia l'orologio perchè quando si avvicinava il momento della poppata io mi sentivo male...tale e quale al quadretto che dipingono di madre-figlio durante l'allattamento che si guardano con amore! Ho provato i paracapezzoli, miliardi di creme, le garze di fitostimolina...e ogni volta ero felice perchè credevo di aver trovato la soluzione, e ogni volta una tegolata a vedere che non cambiava niente.
In tutto questo continuo con l'aggiunta, poi arriva la prima mastite, tre giorni di antibiotico quindi solo LA per gnometto. Poi compro una tiralatte, almeno la smetto di piangere quando si attacca e gli dò il mio latte. Peccato che nel frattempo la mia produzione di latte era andata a farsi benedire, quindi stavo anche un'ora a tirare il latte per circa 80 gr..ma glielo davo, anche se poi aveva l'aggiunta volevo che avesse un po' del mio latte! Poi arriva la seconda mastite, altro giro di antibiotico e non mi tiro il latte per tre giorni...quando riprendo, non riesco a superare i 20 gr. Un pianto di rabbia, di frustrazione, di stanchezza e poi decido: basta. E' uno sperpetuo non ne posso più e non mi sto godendo mio figlio.
Il 31 gennaio 2005, quando gnomo aveva un mese e 13 giorni, sono passata esclusivamente al LA. Per la prima volta l'orario della poppata non mi provocava ansia, per la prima volta lo guardavo prendere il latte nè con le labbra serrate per il dolore, nè con le lacrime agli occhi perchè un'ora di tiralatte aveva prodotto solo 30 gr e appena finito il bibe avrei dovuto ricominciare...per la prima volta gli sorridevo mentre prendeva il latte, gli stringevo la manina e gli facevo le carezzine sulle guance paffute...
Sono sicuramente una di quelle che non ha vissuto male la decisione di dare il biberon, i "se" e i sensi di colpa sono venuti solo dopo. Mio figlio non è uno di quei bambini coccoloni, fin da piccolo è sempre stato molto legato al padre, e io per anni ho pensato che avesse una specie di rifiuto nei miei confronti perchè ci era mancata questa esperienza, così basilare nella costruzione del rapporto madre-figlio. Ora so che ha un occhio di riguardo per il padre perchè io sono quella che lo educa, lui è il suo compagno di giochi, ora so che mio figlio mi vuole bene, anche se non l'ho allattato. Ora so che se mi fossi informata l'allattamento sarebbe stato diverso, se avessi saputo tante cose le cose sarebbero andate diversamente, ma sapete come si dice dalle mie parti? "I se e i ma si fecero trent'anni di galera", non servono a niente. Se un giorno dovessi avere un altro figlio saprei cosa fare, certo questo non garantirebbe il risultato, ma almeno mi giocherei tutte le carte che non ho fatto con gnometto. Intanto, ora so che l'allattamento al seno è senza dubbio un'esperienza unica, ma quando è vissuto bene, quando si sa come affrontare e risolvere i problemi. Ora so che mio figlio mi ama, ho smesso di sentirmi una madre di serie B.
Un abbraccio a tutte e due, e grazie per avermi dato la possibilità di parlarne, mi sono fatta un bel pianterello mentre scrivevo a ricordare come mi sono sentita, spero che anche per chi l'esperienza è più "fresca" riesca a superare i sensi di colpa, non è (solo) l'allattamento al seno che fa di una donna una madre.
Pinkmommy
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