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La storia di Ryanair: come nasce la compagnia aerea no frills

Creato il 04 dicembre 2013 da Moveup

Scritto da: Nina 4 dicembre 2013 in Notizie dal mondo Inserisci un commento 50 visite


la storia di Ryanair

Dicono che sia tutta invidia ...

Ecco ripercorsa velocemente la storia di Ryanair, la compagnia aerea che ti fa acquistare voli a prezzi stratosferici e che, quando trovi il biglietto a 9 euro, sei felicissimo di pagare!

Quando si pensa alle storie delle grandi imprese si pensa al “sogno americano” all’idea che tutti possono crearsi un futuro con le proprie forze. Pensiamo ad esempio a Zuckerberg che con il suo Facebook da giovane studente universitario è diventato uno degli uomini più ricchi d’America.

MA PARLIAMO DI RYANAIR

La  storia di Ryanair non è una storia a stelle e strisce; è una storia Irlandese, la storia della compagnia aerea Low Cost che in poco meno di 20 anni è riuscita a far volare milioni di persone su e giù per il mondo. La sua sede è Dublino, anche se, la sua più potente base operativa è l’aeroporto di London Stansted. Oggi Ryanair effettua 1.100 tratte, collegando 26 stati compreso il Nord Africa.

UN PO’ DI STORIA, A PARTIRE DAL SUO NOME RYANAIR 

Il Signor Ryan, Tony Ryan è il fondatore della compagnia aerea nata nel 1985 con l’intenzione di abbattere i costi dei voli e sconfiggere il duopolio sugli stessi fra l’Inghilterra e l’Irlanda dove regnavano indiscutibilmente la British Airways e l’Aer Lingus. Ci è riuscita, inserendosi nel mercato grazie al governo inglese dalla Margaret Thatcher. Nello stesso anno dell’insediamento delle tratte Ryanair, la compagnia trasportò circa 82.000 passeggeri. Ma nonostante il primo momento di lancio, è nel 1991 che la compagnia chiude i bilanci in perdita.

E’ qui che comincia il sogno americano. Ryanair e la politica “No Frills”

Il Sign. Ryan molto turbato dal bilancio in rosso, chiamò l’amico Michael O’Leary per affidargli le sorte della compagnia.

Michael O’Leary oggi è questo signore qui:

la storia di ryanair

Sesto di sei fratelli laureatosi in Irlanda; per mantenersi gli studi, ha lavorato come barman nel pub dello zio.  Consulente fiscali di molte aziende è diventato anche amministratore delegato di Ryanair diventando al contempo uno degli uomini più ricchi di tutta l’Irlanda. Un piccolo genietto del marketing e dei numeri insomma.

Come ci è riuscito? Micheal ha studiato il case history di una analoga compagnia aerea americana adottando le loro stesse tecniche oggi note come sistema  ”no frills” o no fronzoli:  fatti concreti, ma soprattutto a basso costo.

Niente manfrine di qualità, vuoi volare a basso costo? E’ Ryanair che devi scegliere!

Come ci riescono? Saranno affari loro, scrisse qualcuno su di un muro londinese. Qui si apre la parte interessante dell’articolo, quello che spesso i passeggeri vogliono dimenticare di sapere o peggio di intuire!

LE CONTROVERSIE RYANAIR:

  • Nel 2009 la prima: nata per colpa dei politici italiani che “ci hanno provato” anche questa volta: testardi e cocciuti come solo loro sanno essere si sono impuntati di voler imbarcarsi con i tesserini ministeriali e la Ryanair ha dovuto discutere direttamente con l’ente di riferimento, per capire e comprendere quali i documenti validi per l’imbraco in Italia.
  • La Ryanair è l’unica (si fa per dire) azienda in Italia e non seguire le regole del contratto di lavoro nazionale. Il festaiolo e propulsore della strategia “No frills” Michael O’Leary è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Bergamo per aver evaso più di 12 milioni di euro, per via dell’assunzione a Dublino di 220 dipendenti attivi su Orio al Serio.
  • Il 24 Maggio del 2013 esce un libro denuncia di un ex pilota Ryanair dove elenca, passo dopo passo, i turni massacranti dei piloti e più in generale le strategie Ryanair messe in atto per minimizzare i costi e massimizzare i profitti a scapito delle vita dei passeggeri.

A tutte queste controversie, il Sign. Ryan e l’amico stratega O’Leary hanno risposto con annesse denuncie e con una bella minaccia di cancellazione delle rotte da e per l’Italia.

Ah beh no… fate pure!

 

 

 


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