Al museo guardo affascinata due bionde statuarie che procedono lungo la mia galleria spingendo pigramente passeggini a tre ruote in cui dormono bambini altrettanto perfetti. Sono più verso i quaranta che i trenta, capello biondo immacolato spettinato al punto giusto, i glutei marmorei fasciati in jeans così stretti da pare apparire abbondante persino la buccia di una mela (voglio il nome del loro personal trainer): davvero non sfigurerebbero come atlete olimpioniche o modelle di Vogue. Parlano con tono disgustato di allattamento al seno. O meglio, con l’arroganza tipica delle dee, sparlano delle comuni mortali che non lo fanno.
Ecco a me queste cose fanno proprio arrabbiare. La valanga di articoli su giornali e riviste, Internet forum, website come Mumsnet, Netmums e affini, gruppi di discussione e programmi televisivi in cui gli esperti del caso danno consigli (spesso non richiesti) su come essere buone madri mi irrita profondamente. Anzi mi fa veramente incazzare. E non sono neppure madre, quindi è un problema che non ho. Ma ho amiche che lo sono e questa insistenza non richiesta mi pare una vera e propria forma di bullismo. Proprio l’altro giorno riordinando la mia scrivania ho trovato una pagina dell’Observer che inizia con un pomposo: “l’allattamento al seno non solo fa crescere bambini più sani, ma anche più intelligenti…” per poi continuare con un altrettanto pomposo: “i bambini che sono stati allattati al seno vanno meglio a scuola e sono più bravi in matematica, a leggere e a scrivere e dei loro coetanei allattati con il biberon.” Allora è ufficiale: sono un fallimento (ok, per la matemetica lo accetto). Eppure non mi pareva di aver fatto così male a scuola o all’Università, anche se la Garrick mamma non aveva latte e si è dovuta rassegnare a nutrirmi con quello in polvere. Non che non ci abbia provato la povera, sia ben chiaro. Che nessuno vuole crescere una figlia deficiente, soprattutto quando se ne ha una sola e si sa che per una strana questione genetica non ce ne potranno più essere altre di ricambio in programma. Ma vista l’inefficienza di pompette e tiralatte si è dovuta rassegnare e incrociare le dita.
E come la mettiamo con lo studio dei ricercatori norvegesi che dice che si, certo il latte materno è migliore per i bambini, ma non necessariamente migliore di quello artificiale? Mi pare che scienziati e ricercatori (e giornalisti e amici e colleghi e vicini di casa con loro...) ce la mettono proprio tutta per confondere le idee alle donne. E che dire di quelle donne che –udite udite!- non vogliono allattare semplicemente perchè non gli va?? Che verso queste ultime mi pare si stia scatenando una vera e propria caccia alle streghe! Di questo passo le marchieremo a fuoco con una lettera scarlatta, come nel romazo Nathaniel Hawthorne. Che ognuno ha le proprie ragioni per fare o non fare una cosa, e queste ragioni vanno rispettate. Soprattutto se riguardano persone che non conosciamo neppure. Il mondo sarebbe migliore se ognuno si facesse un po’ i cavoli propri…