Alla vastissima bibliografia esistente sul Duomo di Fidenza si è aggiunto di recente il volume "Carlo Magno e i Carolingi a Fidenza. Le storie di Berta e Milone e Rolandino" a cura di Gianpaolo Gregori, direttore del Museo Diocesano. Si tratta sicuramente di un contributo di eccezionale interesse per l'approfondimento del programma iconografico della facciata della Cattedrale romanica, una rilettura, com'è stato scritto, accattivante e convincente della splendida decorazione plastica che riveste la parte inferiore della facciata della chiesa di san Donnino. Con questo impegnativo lavoro Gregari, che in precedenza si è occupato di altre importanti questioni fidentine tra cui la Madonna antelamica e l'antico fonte battesimale del Duomo, ripropone, rendendolo finalmente accessibile a tutti, l'illuminante saggio di Rita Lejeune e Jacques Stiennon "La façade du dome de Borgo san Donnino et les enfances Roland" ove per la prima volta viene spiegato in maniera convincente e documentata il significato dei rilievi sulle due fasce scolpite che adornano la torre del Trabucco, oggetto di un'attenta indagine filologica nell'ambito di una più vasta ricerca dedicata ai cicli rolandini, pubblicata a Liegi nel lontano 1966, ma inspiegabilmente ignorata fino ad oggi dai tanti autori che si sono occupati del nostro Duomo. Partendo da un'intuizione di Emile Male, che già negli anni venti indicava nella tormentata storia di Berta e Milone l'ispirazione letteraria dei fregi, Lejeune-Stiennon sono risaliti alle fonti letterarie dell'epoca medievale, riscontrando una piena concordanza tra i racconti e i testi figurativi. Un'operazione di non poco conto che sgombra il campo da congetture e ipotesi, talvolta assai fantasiose, avanzate finora. Come risulta dagli scritti riportati da antichi codici del XIV secolo (ma derivati, come nota Roberto Greci nell'introduzione al libro, da un originale risalente alla fine del XII o all'inizio del XIII, cioè ad anni che collimano con quelli in cui i fregi fidentini vennero realizzati), il ciclo istoriato della torre del Trabucco sembra identificarsi nel suo insieme e nei singoli episodi, con l'avventurosa vicenda dei due amanti, Berta nipote di Carlo Magno e Milone cavaliere della corte imperiale; quindi la loro storia d'amore; la fuga in Italia, la nascita, l'infanzia e infine il riconoscimento di Rolando destinato a diventare il glorioso paladino carolingio, martire a Roncisvalle.Gregori ha voluto dedicare questa sua fatica di studioso al compianto monsignor Maurizio Galli: sappiamo così che il Vescovo, che ricordiamo per la profonda cultura e sensibilità, fu subito coinvolto nell'appassionante ricerca.L'interessante pubblicazione è stata recentemente segnalata dalla prestigiosa rivista "MedioEvo" con un 'ampia recensione apparsa sul numero di marzo, a firma di Roberta Palleschi. Sotto il titolo "Un amore travagliato", la studiosa ripercorre la storia di Berta e Milone, evidenziando l'antico legame tra i reali di Francia e la chiesa di San Donnino: un rapporto privilegiato che la tradizione fa risalire allo stesso Carlo Magno, la cui Immagine cavalleresca, finalmente riconoscibile nel corteo dei cavalieri e dei pellegrini sul lato sud della torre, va ora ad aggiungersi a quella dell'acroterio del portale, con Carolus imperator raffigurato in atteggiamento sovrano, accanto a papa Adriano Il che conferisce mitria e pastorale all'arciprete di San Donnino.M.P.
Pubblicato sul settimanale cattolico della Diocesi di Fidenza "Il Risveglio"Il volume:Gregori GianpaoloCARLOMAGNO E I CAROLINGI A FIDENZA. Le storie di Berta, Milone e RolandinoCremona, Fantigrafica ed., 2009pp. 200 formato 24 x 17 cm - figg. b/n e a colori