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La strada che mi porta a te di Moriah McStay

Creato il 12 ottobre 2015 da Anncleire @anncleire

La strada che mi porta a te di Moriah McStay

«Se tu non avessi raccolto quella stecca cercando di farmi secco nel tuo cortile, se non fossi la mia migliore amica, se io fossi stato lasciato a diventare me stesso senza di te… Dio, Fi, non ho idea di chi sarei. Anche così, che è tutto successo davvero, che siamo proprio qui… quanto è fragile questa realtà? Mi fa una paura del diavolo».

“La strada che mi porta a te” è la traduzione italiana di “Everything That Makes You” di Moriah McStay che mi ha colpito da quando ho letto la trama nella newsletter di De Agostini. Uscito il 6 ottobre è un libro molto particolare, per certi versi anche molto statico, ma prende il classico filone del “what if” e lo reinventa, con una storia dolceamara, che ho adorato fino all’ultima pagina, che non credevo sarebbe arrivata tanto presto. Un incidente, due ragazze, due vite, una storia molto bella.

Timida, riservata e con pochi amici. Fiona Doyle ha metà volto sfigurato a causa di un incidente. Riempie montagne di taccuini con i testi delle canzoni che inventa e in cui riversa tutti i suoi sogni, le sue frustrazioni e il suo amore impossibile per Trent, il golden boy della scuola. Vorrebbe trovare il coraggio di esibirsi in pubblico, ma farlo significherebbe mettersi alla mercé degli altri e lasciarsi giudicare solo per le maledette cicatrici che porta sul viso. Qualcosa, però, sta per cambiare… e presto Fiona scoprirà che lei è molto di più di quello che gli altri vedono.  

E se l’incidente non fosse mai accaduto? Brillante, sicura di sé e con un unico obiettivo: diventare una stella dello sport. Fi Doyle non ha tempo per le storie d’amore, specialmente se a provarci è il suo migliore amico, Trent. Ma quando la fortuna le volta le spalle, costringendola a interrompere la carriera sportiva, Fi si ritrova per la prima volta a fare i conti con se stessa. E con una domanda che potrebbe cambiare il corso della sua vita per sempre: Fi può essere di più di ciò che tutti vedono?

La cosa più interessante di questo libro è la possibilità che un incidente, un avvenimento, possa davvero cambiare la vita, ma che alla fine arriviamo lì dove è il nostro posto e se certi incontri li dobbiamo fare li facciamo, tanto più se nella stessa città in cui viviamo. Ed è tanto semplice quanto assolutamente geniale l’intreccio favoloso di vite ed esistenze, che tanto ci cambiano la vita, quanto ce la sconvolgono e non riusciremo mai ad immaginare le conseguenze di scelte, consce e inconsce. Ci avete mai pensato che cosa sarebbe successo se determinati eventi della vostra vita non fossero mai accaduti? Ma di più… avete mai pensato all’impatto che le vostre scelte hanno sulla vita degli altri? La McStay a quanto pare ci ha riflettuto abbastanza, a partire da un incidente disastroso che potrebbe o non potrebbe aver sfigurato il volto di Fiona Doyle, un evento che non solo cambia e rivoluziona la sua vita ma anche quella delle persone che le sono accanto. Da un lato c’è Fiona, la ragazza dai vestiti maschili e la moleskine sempre attaccata alla mano, prolungamento ideale dei suoi pensieri e di quelle emozioni sconvolgenti, che la identificano con quel mucchio di carne cicatrizzata che le sfigurano il volto. Fiona che combatte con lo specchio e la percezione che gli altri hanno di lei. Che vive di musica, depositata nei meandri del suo cuore e delle sue dita, che respira parole e rime, salvo poi morire di vergogna a doversi esibire davanti ad un pubblico, che sia la sua famiglia o un gruppo di estranei nella caffetteria in cui si parcheggia con i suoi amici. Fiona che forse ha paura di scoprire che cosa significa non essere associata con le sue paure e il suo aspetto fisico, con quei capelli che le nascondono il volto, con un muro che tiene lontano tutti, anche i suoi amici, che non è facile da abbattere neanche quando la soluzione sembra a portata di mano. Perché le implicazioni sono molto più grandi di quelle che si potrebbero inizialmente immaginare. Ed è una lotta continua contro la sua natura e la sua paura, è una scoperta, una rinascita, ma anche un ritrovarsi, perché a volte si da troppo peso alle apparenze, a quel conflitto di interessi che ci spinge a cambiare ma non a migliorarci, che dovrebbe essere invece il fine ultimo della nostra esistenza.

Dall’altro lato invece c’è Fi, una tosta, che non si lascia abbattere da niente, che lavora sodo per raggiungere i suoi obiettivi, entrare nella squadra di lacrosse della Northwestern, perché quello sport è tutta la sua vita. Finché un altro tipo di incidente non la costringe a mettere in discussione tutta la sua vita e non le permette di fare un incontro che la cambierà per sempre. Ed è quell’incontro che le aprirà le porte per conoscere aspetti di sé che non avrebbe mai immaginato, che le permetterà di scoprire l’amore, il dolore, ma anche la rinascita, quella grinta che ha dentro che non l’ha mai abbandonata, che la metterà a nudo di fronte a sé stessa e alla sua famiglia. Perché bisogna andare avanti anche quando sembra impossibile, anche quando crogiolarsi nella autocommiserazione sembra l’unica soluzione possibile. Due Fiona diverse, ma tese verso lo stesso obiettivo, quella crescita che è un coming of age, un ponte tra l’adolescenza e l’età adulta, in uno sforzo teso a rispondere all’annosa questione “cosa sarebbe successo se…?”.

Il corollario dei personaggi secondari è tanto fondamentale, quanto equilibrato e anche se apparentemente sembrano gli stessi è davvero sorprendente scoprire come la McStay li usa per un puzzle che solo da lontano sembra diverso. Credo che il mio preferito resti Ryan, il fratello di Fiona, in entrambi i possibili sviluppi, in entrambi i casi, pur con tanti difetti, resta un sostegno, un ragazzo che sbaglia, ma c’è sempre per la sorella, anche quando diventa incredibilmente difficile.

L’ambientazione, quella di Memphis è molto circoscritta e tra la Northwestern a Chicago e casa di Fiona, finisce per ruotare intorno al Otherlands, la caffetteria con le serate dal microfono aperto a chiunque che finirà per cambiare radicalmente la vita di entrambe le Fiona, e che io ho adorato con le sue sedie scompagnate, Gwen, le tazze continuamente riempite di caffè e la sensazione di trovarsi sempre a casa.

Il particolare da non dimenticare? Il Signore degli Anelli…

 


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