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La strada delle Fiandre

Creato il 09 settembre 2015 da Libereditor

Aveva una lettera in mano, alzò gli occhi mi guardò poi di nuovo la lettera poi di nuovo me, potevo vedere dietro di lui andare e venire passare le macchie rosse mogano ocra dei cavalli condotti all’abbeveratoio, c’era tanto fango che ci si affondava dentro fino alle caviglie ma mi ricordo che nella notte d’improvviso aveva gelato e Wack entrò nella camera a portare il caffè dicendo I cani si sono mangiati il fango, io non avevo mai sentito quell’espressione, mi sembrava di vedere i cani, delle creature infernali mitiche le fauci dagli orli rosa i denti freddi e bianchi da lupo biascicare il fango nero nelle tenebre della notte, un ricordo forse, i cani divorare sgombrare far piazza pulita: ora era grigio e noi nel corrervi sopra ci torcevamo i piedi, in ritardo come sempre per l’appello mattutino, rischiando di slogarci le caviglie nelle profonde impronte lasciate dagli zoccoli e dure adesso come la pietra, e dopo un istante disse Mi ha scritto vostra madre.

lsdfUn classico, forse. Un libro importante di sicuro. Un successo significativo tradotto in molte lingue che ha venduto un numero considerevole di copie.
La strada delle Fiandre di Claude Simon è un libro-mosaico che disorienta sfidando l’attenzione del lettore per la sua complessa sperimentazione.
Protagonisti la memoria e il linguaggio, aspetti che Simon porta al limite tramite l’impiego sistematico delle tecniche del monologo interiore e del flusso di coscienza, attraverso le quali rappresenta ‘in presa diretta’ lo scorrere incessante e spesso informe dei pensieri, delle percezioni, delle associazioni mentali consapevoli e inconsapevoli dei personaggi.

Claude Simon, La strada delle Fiandre, traduzione di Guido Neri, collana Biblioteca Neri Pozza, Neri Pozza 2015.


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