Oggi a pagina venti-e-qualcosa del Sydney Morning Herald c’e’ un articolo sulla morte di Scalfaro. Lo dipingono come "uno dei pochi politici non corrotti in Italia". Riporto l’informazione cosi’, tanto per la cronaca, senza commentare ne’ polemizzare ne’ confermare ne’ negare ne’ approvare ne’ altro. Avrei voluto scrivere un pezzo su cosa ne penso, ma mentre introducevo la cosa mi sono reso conto che l’argomento ormai scivola come una goccia d’acqua sull’ombrello della mia indifferenza; e l’ho riportata, ripeto, solo perche’ magari a qualcuno magari potrebbe interessare la notizia.
Il fatto e’ che sono stufo, non stanco ma proprio stufo di queste manfrine dei politici italiani, dei Razzi che pensano solo alle loro pensioni di parlamentari, dei sindacati che va bene il 30% di disoccupati ma guai a toccare l’articolo 18, dei Berlusconi che si accorciano la prescrizione, dei partiti che ingrassano a suon di rimborsi elettorali, di Mediaset che comanda il paese e si autoregala le frequenze tv. Stufo di leggere di un paese preda delle caste, delle gabbie, degli aut-aut, degli interessi di pochi. Mi avete stufato, proprio non ne posso piu’.
Mi viene da dire una cosa, ma la voglio dire senza polemica, senza doppi sensi, e soprattutto senza false ipocrisie. A chi e’ rimasto mi vien proprio da dire che… beh, io non lo so come fate a vivere in Italia. Chi ve lo fa fare? Questo e’ quello che penso quando penso a chi guadagna 800 euro al mese e fa la fame; ai disoccupati, ai cassintegrati. Ai giovani che escono dalluniversita’ con un pezzo di carta in mano buono per pulircisi il culo. A chi passa dal lunedi al venerdi in ufficio, e poi il weekend negli stessi posti con la stessa gente a fare le stesse cose, inverno-primavera-estate-autunno, anno dopo anno, aspettando chissa’ cosa.
A voi che soffrite e tirate avanti ogni giorno, mi viene da dirvi: avete una vita sola a disposizione, eppure la sprecate nella solita quotidianita’, a fare le stesse cose, a vivere da plebei mentre sulle vostre spalle ingrassano gli aristocratici, i nobili, le caste, gli eletti, le Minetti, i tronisti. Ma come fate?
No, perche’ poi sulla carta sembra che quello figo sia io. Ma io in realta’ sono quello che ha scelto la soluzione facile. La soluzione di comodo. Io non devo fare un mutuo per comprarmi il frigo. Io a differenza di chi e’ rimasto mi sono scelto il clima in cui vivere. Mi sono scelto il paese in cui vivere, e con esso la classe politica che mi governa. Mi sono scelto il paese in cui vivere, e con esso lo stipendio medio, le opportunita’ di impiego, le condizioni sociali. (E gli amici, cazzo, gli amici: ci rendiamo conto di quante persone strambe, meravigliose, diverse, uniche si conoscono all’estero?)
Sulla carta sembra che quello coraggioso sia io, ma io non ho fatto altro che fare la scelta piu’ facile. Ho fatto la scelta di essere libero. Libero di decidere cosa fare della mia vita, libero di cambiare paese e traslocare, se quello che faccio o vivo o vedo non mi piace. Libero di cercar lavoro dove voglio, libero di mandare a fanculo il capo e cambiar continente. Chi e’ rimasto in Italia invece queste cose le subisce, le accetta come parte dello scenario, come regole immutabili di un gioco cui e’ destinato a giocare senza via d’uscita.
Con questo non sto dicendo che tutti dovrebbero prendere e partire. Ma chi soffre, chi e’ annoiato della vita, chi e’ depresso, chi e’ disoccupato, chi e’ bloccato in un binario da cui vuole uscire… tutta questa gente si rende conto che a restare sta percorrendo la strada difficile?
(Cazzo fate imbottigliati nel traffico, andate in Messico ad aprirvi un chiosco di piadine sulla spiaggia cazzo!)