Sabato 15 febbraio alle ore 18,30, nel Teatro Vittorio Emanuele di Messina, Fabio Volo presenterà il suo settimo romanzo "La strada verso casa", edito da Mondadori. L'evento è stato organizzato dalla Libreria Bonanzinga e dall'Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina.
L'intero racconto è incentrato sul rapporto conflittuale dei due fratelli Marco e Andrea che, dopo una serie di eventi, alcuni tragici come la malattia del padre, ed inconfessabili segreti, torneranno a comprendersi. Attorno a loro ruotano le figure di altri personaggi che saranno determinanti al progressivo cambiamento del loro rapporto. Marco, il minore dei due fratelli, si è trasferito a Londra ed ha sempre vissuto la sua vita con la paura del futuro, allontanandosi da tutto e da tutti per il timore che una scelta potesse escludere tutte le altre e, fidandosi solo di sé stesso, ha continuato ad avere relazioni sterili e di breve durata per evitare di assumersi responsabilità che avrebbero potuto compromettere la sua libertà. E nemmeno con Isabella, la sua prima fidanzata, riesce a compiere la scelta di mettere un freno alla sua turbolenta vita sentimentale e lascia che sposi un altro uomo. Andrea, invece, sin dalla morte della madre si è assunto le sue responsabilità, restando a Milano vicino al padre e programmando ogni dettaglio della sua vita nell'attesa che tutto andasse come previsto, ma tutto questo lo ha portato, non solo ad illudersi ma, soprattutto, a precludersi la possibilità di essere veramente felice. L'elegante Daniela, impeccabile e perfetta, è la scelta ragionata di Andrea che lo conduce all'altare.
La copertina del libro "La strada verso casa", raffigura una maglietta bianca perchè descrive una storia che è "intima e maschia" come racconta l'autore Fabio Bonetti, in arte Volo, che aggiunge: "Sono brandelli di vita quotidiana. Cose piccole. Molto umane. Eroiche. Ogni libro è un'autoanalisi. Stavolta sto nel mezzo. Non sono più il fratello che non sa scegliere ma nemmeno l'altro. Non ancora, almeno. Ho capito che uno dei miei problemi era la proiezione nel futuro. Non vivevo il presente. Adesso so di avere delle responsabilità. Forse è per questo che ho scritto in terza persona".
In uno stralcio del romanzo si legge: “È vero, siamo stati una famiglia sgangherata ma è la nostra e va bene così. Lo senti questo legame? Lo stesso che a volte sembra che ti soffochi, che ti tolga il respiro, quello che forse ti ha spinto a vivere lontano. Senti quanto è forte? Quanto è profondo? Io lo rivoglio. Voglio qualcuno vicino a cui poter dire che sono felice.”
Antonella Di Pietro