Sono passati 24 anni dal 21 dicembre 1988, quando il Boeing 747-121 del volo PA 103 esplose in volo, precipitando presso la cittadina di Lockerbie.
Il ricordo è una ferita aperta in Scozia: dolore per le 270 vittime e vergogna per le irregolarità che hanno inficiato la raccolta delle prove e lo svolgimento del processo all’unico accusato e condannato: il libico Abdelaset Al Megrahi (ved. Post Lockerbie, un attentato ancora da svelare.)
Il ricordo è tuttora uno strumento politico della scena internazionale. Per due decenni fu, secondo i governi dell’Occidente, l’ignominia del regime di Gheddafi, come ancora la vulgata mediatica ama recitare, insieme alla cosiddetta “enciclopedia” del web Wikipedia Al presente è diventata sia la rete che stringe sia lo sgabello che solleva il governo della Libia, nano nella stima internazionale e nell’efficacia nel gestire i mille problemi di un paese depresso e senza pace.
Dalla BBC questa settimana è uscita la notizia “Il nuovo governo libico di Tripoli è pronto ad aprire tutti i file riguardanti l’attentato di Lockerbie, lo conferma l’ambasciatore della Libia nel Regno Unito” Ma l’ambasciatore ha anche aggiunto che nessun accordo formale esiste ancora e che la pubblicazione dei file avverrà solo quando il suo governo avrà completamente dato al paese sicurezza e stabilità, impegno che presumibilmente richiederà almeno un anno.
Tale documentazione di cui già il CNT parlava esiste davvero? E’ questa la domanda fondamentale che mi suggerisce il basso livello di credibilità della fonte.
Più argomentate riserve su questi, eventuali, file vengono da un esperto della fluviale vicenda Lokerbie internazionalmente noto: John Ashton
Tra un anno saranno ormai ben due anni e mezzo dalla caduta del vecchio regime. L’individuazione e la consegna di qualsivoglia file esistente dovrebbe essere questione relativamente semplice e rapida, che non dovrebbe interferire con il processo di ricostruzione del paese.
Perché, allora, il governo è in stallo?
A mio avviso, la spiegazione più probabile è che non ha in mano alcuna prova che il vecchio regime fosse dietro l’attentato. Se mai ci fossero prove, sarebbero probabilmente state dettagliate molto tempo fa.
Credo sia più probabile che esse non siano mai esistite, anche se dubito che qualcuno nel nuovo governo sarà disposto a dirlo pubblicamente. Ci sono non pochi alti funzionari consapevoli che il caso contro Abdelbaset al-Megrahi è stato una farsa. E naturalmente, allo stato attuale, il caso contro Megrhai è anche il caso contro il regime di Gheddafi.
Il nuovo governo è in una posizione molto scomoda poiché durante la rivoluzione del 2011 il CNT ha giocato la carta Lockerbie (nota: come pure quella della scomparsa dell’Imam Musa Sadr) nella guerra di propaganda contro Gheddafi. Sarebbe molto difficile ammettere ora che non si aveva alcuna prova del coinvolgimento del vecchio regime. Particolarmente imbarazzante sarebbe per l’ex presidente del CNT Mustafa Abdel Jalil, il quale affermava di possedere le prove che il dittatore stesso aveva ordinato il bombardamento. Vale la pena ricordare che quando la BBC insiste su queste “prove” il massimo che può rivelare è che il governo Gheddafi aveva pagato le spese legali dell’imputato Megrahi, cosa ampiamente risaputa e soprattutto non incriminante. Ho scritto di più su Jalil e altri crediti disertori del regime Gheddafi, qui
Ashton prosegue dichiarando di aver comprensione per l’imbarazzo in cui è venuto a trovarsi il governo libico, non altrettanta per il governo scozzese che rifiuta tuttora di ammettere l’evidenza raggiunta con le indagini successive che il processo contro Megrahi fu un errore.
Personalmente non provo comprensione per la classe politica attuale della Libia che cerca di rafforzare il suo potere cavalcando la propaganda anti-libica degli anni precedenti. Un po’ mi riesce di comprendere la situazione del governo scozzese dell’epoca: stretto fra l’opinione pubblica -che giustamente voleva conoscere mandanti e colpevoli di quella che, prima dell’11 settembre, era la strage del secolo- e gli Stati Uniti che avevano cucito su misura a Gheddafi l’abito del colpevole.
Vi è oggi una comune paura della verità nei governi scozzese e libico, ma di fronte al dolore ancora vivo per le vittime, se non per la dignità di cui dovrebbero dare prova le Istituzioni, la Scozia dovrebbe cambiare atteggiamento.
Dalla Libia può esser vano sperare, poichè la stabilità che l’ambasciatore afferma necessaria per dare pubblicità ai file – se esistono - richiede forse più di un anno.
Se come il Consiglio di Sicurezza Onu ha deciso, con formulazione sibillina, avverrà l’intervento militare internazionale nel Mali l’anno prossimo, tutto il sud della Libia vedrà crescere l’ingovernabilità che già ora ha indotto il Congresso nazionale a votare la legge marziale, entrata in vigore nella regione e prontamente applicata con bombardamenti sui “contrabbandieri”.
raccolta dei post precedenti alla Tag Lockerbie http://mcc43.wordpress.com/tag/lockerbie/