L'interpretazione letterale orienta verso una replica della ciclica riesumazione del progetto di un governo di responsabilità nazionale, una soluzione emergenziale per rasserenare l'incandescente clima politico puntando alla realizzazione di pochi punti, tra i quali la riforma dell'attuale legge elettorale. Da questo punto di vista, niente di inedito o che non sia già stato preparato in tutte le salse e puntualmente rispedito in cucina. Per dirlo con le parole dei due politici: "uniti sui valori fondanti e sulle regole del gioco, divisi sul resto". C'è il richiamo all'esigenza di superare un "bipolarismo immaturo e litigioso", per dare l'avvio ad "una nuova stagione politica ed istituzionale" in cui non si governi "contro" qualcuno, ma "per" l'Italia. La sottoscrizione in tempo reale da parte di quanti (Terzo polo) già in passato avevano avanzato proposte analoghe non poteva che provocare la reazione stizzita della maggioranza, espressa con la consueta e notoria eleganza dal leghista Calderoli.
A naso, la proposta di Pisanu e Veltroni appare poco realistica perché non sembra tenere conto di un dato di fatto incontrovertibile. La presenza sulla scena politica di Berlusconi. Che non si trova lì per un accidente della storia, ma per tantissime cause concatenate, non ultima la preferenza espressa in suo favore dagli elettori. E che soprattutto non ha alcuna intenzione di farsi da parte. C'è qualcuno in grado di dire al presidente del consiglio che è giunto il momento di togliere il disturbo? Forse soltanto Gianni Letta o Fedele Confalonieri, ma in un clima meno avvelenato dell'attuale. Lo stadio in cui si fronteggiano le opposte tifoserie allestito davanti al tribunale di Milano sembra indicare altro. Un contesto esacerbato, che trova conferma nell'improvvida uscita del professore Alberto Asor Rosa. Irresponsabile e controproducente, visto che affermazioni del genere fanno il gioco del premier, un vero campione nel presentare se stesso come vittima perseguitata da nemici desiderosi di abbatterlo con qualsiasi mezzo.
Per confutare l'impressione di velleitarismo suscitata esiste un solo modo: la coerenza tra le parole e le azioni. Il senatore Pisanu abbandoni insieme ai suoi non pochi fedelissimi la maggioranza, faccia cadere il governo e assuma l'iniziativa della prospettata nuova fase.