Molte erbe di campo, che si possono trovare facilmente durante le scampagnate, sono ottime per l’alimentazione, per cure mediche alternative e per altri semplici rimedi casalinghi, purchè raccolte lontano dalle fabbriche, dal traffico automobilistico e da ogni altro elemento inquinante. È necessario perciò conoscerne le qualità ed i pregi e, quando ci sono, i difetti. Tra queste, una delle più interessanti è la malva, che cresce spontanea ai margini dei sentieri, nei terreni incolti, nei luoghi erbosi e nei cascinali.E stamattina vi parlo di questa piantina incredibilmente utile per la nostra salute.
Fin dai tempi più remoti questa pianta è stata tenuta in grande considerazione. I Greci ed i Romani la usavano come verdura da tavola, come pianta medicinale e ne sfruttavano le virtù emollienti ed antinfiammatorie. Nel VIII secolo a. C. il poeta greco Esiodo vantava le virtù della malva bollita, mentre Plinio sosteneva che la malva è adatta ad “emolliendum ventrem”, a rammollire il ventre. I seguaci di Pitagora la consideravano sacra perchè i suoi fiori sono sempre rivolti verso il sole, mentre Cicerone la apprezzava molto in tavola, tanto da scrivere che la malva gli aveva giocato un brutto tiro purgandolo in maniera piuttosto drastica. Orazio e Marziale le attribuivano la capacità di sviluppare le facoltà intellettuali, mentre Ippocrate consigliava la malva a coloro che, per cattiva digestione e per intestino pigro, avevano spesso la bocca amara. L’imperatore Carlo Magno, ben documentato sulla storia e sulle virtù di questa pianta, volle che fosse coltivata nel suo giardino in un’aiuola particolare per preparare decotti e tisane destinati a curare i membri della famiglia imperiale. Santa Ildegarda, mistica medioevale ed erborista di fama, la prescriveva per la cura di innumerevoli malattie, dalla sonnolenza ai mali di testa, disturbi renali, emorragie e avvelenamenti. Fino al 1500 fu tenuta in grande considerazione dai medici: era chiamata “erba santa” per il suo potere di togliere il dolore negli stati infiammatori.
Questa è la sua storia ,vediamo insieme le sue qualità.
infiammazioni della pelle, degliDella malva si utilizza praticamente tutto: le foglie, i fiori e la radice. La ricerca scientifica le ha riconosciuto proprietà emollienti dovute alla grande quantità di mucillagine che contiene. Si tratta di una sostanza gelatinosa che, distribuendosi sulle mucose e sulla pelle, le protegge calmando gli stati infiammatori e depurando l’organismo dalle tossine; è quindi adatta nella cura delle ascessi (favorisce l’uscita del pungiglione qualora un’ape ci avesse punto) e dei foruncoli che, dopo la terapia con la malva, si apriranno spontaneamente. E inoltre un calmante della tosse nelle forme catarrali e un decongestionante delle vie
respiratorie; sono particolarmente attivi sciacqui e gargarismi in caso di stomatiti, afte ed ascessi dentari. In culinaria le foglie fresche possono essere consumate da sole o entrare nella composizione di molte minestre di verdure. Anche i fiori sono commestibili e si usano per guarnire piatti di carne, pesce e, speciali mente, insalate miste: attenzione a non condirli con l’aceto ma con il limone per mantenerne il colore. Perfino i piccoli frutti, appena formati e ancora verdi, che i francesi chiamano “fromageon” per la loro somiglianza a una forma di formaggio, sono molto gustosi e si possono unire alle insalate.