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La stretta del lupo, di Francesca Battistella

Creato il 22 ottobre 2013 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Da Fralerighe Crime n. 8

«Morta colei che mi facea parlare, declamò con voce rotta, et che si stava de’ pensier miei in cima, non posso, et non ò più sì dolce lima, rime aspre et fosche far soavi et chiare. Petrarca, Il Canzoniere» esalò.

La stretta del lupo, di Francesca BattistellaUn serial killer insanguina, forse da molti anni, le rive apparentemente tranquille del lago d’Orta: questa la conclusione a cui giunge l’ispettrice Costanza Ravizza, criminal profiler in forze alla Questura di Novara, indagando sul brutale assassinio di una studentessa. Un individuo feroce e al tempo stesso metodico che lascia dietro di sé un unico, quasi impalpabile, indizio (da buon lupo che perde il pelo dedicandosi al vizio dissemina inconsapevolmente delle piume d’oca sui luoghi dei delitti) e una scia di cadaveri orribilmente seviziati e violati post mortem con un coltello. Un soggetto – il famigerato S.I. (Soggetto Ignoto) che abbiamo imparato a conoscere anche grazie a serie televisive di successo come Criminal Minds e Profiling – “di buona cultura ma, nel caso di una donna, con un odio violento per le sue simili, nel caso di un uomo, con grandi difficoltà di relazionarsi con l’altro sesso. … Non sopporta gli atteggiamenti aggressivi e autoritari … si sente inadeguato, sfoga la sua rabbia su dei corpi ormai inermi, fa sparire i loro oggetti personali la qual cosa unita alla necrofilia che manifesta è indice di feticismo… “: un ritratto che fa tremar le vene e i polsi, per dirla col Sommo Poeta.

Le quattro persone su cui si concentrano i sospetti – il coltissimo Professor Barberis, l’affascinante dottor Marchesani, la bella barista Esterina e l’ambiguo Claudio Serventi – sembrano aver perduto anche il favore degli astri: pur essendo nati in giorni, ore e anni diversi risultano infatti marchiati dalla terribile “quaterna dell’orrore”: Marte nell’ottava casa, Saturno in Scorpione, Plutone in Leone (“Protagonismo, istrionismo, ma quando li abbini al Leone vuoi sapere cosa salta fuori? … Hitler”, illustra l’astrologa Consolata a un attonito interlocutore) e Giunone in Scorpione.

Una miscela infernale, insomma. Che potrebbe esplodere in qualsiasi momento…

Il personaggio di Costanza Ravizza è ben caratterizzato. In lei freschezza e modernità (la sua figura professionale è all’avanguardia e ancor poco sfruttata nel panorama – non solo letterario! – italiano) si coniugano felicemente con una carica di umanità fuori dal comune. A ben guardare, e a dispetto del rigore che circonda la sua specializzazione, Costanza è una Jane Marple dei giorni nostri: empatica, autoironica, istintiva. Tutti i personaggi al centro dell’indagine, del resto, si distinguono per umanità e verosimiglianza: divertenti, vivaci, tridimensionali, essi costituiscono senz’alcun dubbio il punto di forza del romanzo in commento. Un discorso a parte merita Alfredo Filangieri, protagonista assoluto della vicenda nonostante ami definirsi “l’uomo senza qualità”; “alto e magro, con un viso piacevole dai tratti regolari”, il Filangieri ha fascino da vendere e la dote rara di saper leggere nell’animo di chi gli sta di fronte: una stretta di mano gli è sufficiente per catturare le sensazioni più intime, l’essenza stessa dell’altro. Alfredo, la sua fidanzata in pectore Angela e la simpaticissima domestica Carmelina portano il sole partenopeo e qualche spruzzo di commedia in una vicenda che, come si è accennato, si dipana tragicamente nelle brume del profondo Nord, tra gli scandali sopiti di una borghesia annoiata che sorseggia aperitivi, frequenta gallerie d’arte e festeggia i 150 anni dell’Unità d’Italia apparecchiando gare di catamarani e fatui ricevimenti. Come a dire che l’oro, per quanto luccichi, non può nascondere in eterno i miasmi del male; che l’abito, volendo prendere a prestito uno scampolo d’imperitura saggezza popolare, difficilmente fa il monaco.

Onore dunque all’autrice, che ha già dato prova del suo talento con il fortunato Re di bastoni, in piedi (Scrittura & Scritture, 2011) ma che qui abbondantemente si supera, regalandoci un giallo intrigante e piacevolissimo, un’autentica squisitezza.

Vivamente consigliato.

Simona Tassara

- recensioni originariamente pubblicate sul blog di Uno Studio in Giallo.



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