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La stupida guerra tra FIR e Benetton

Creato il 07 novembre 2011 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

La stupida guerra tra FIR e BenettonC’è “unanime rammarico e preoccupazione”. Si parla di “comportamenti e atteggiamenti nei confronti della Federazione Italiana Rugby (ricorsi, raccomandate etc.) che non appaiono conformi a quello spirito collaborativo necessario”. Ma soprattutto l’annuncio del “tentativo che sarà effettuato, in via ultimativa, per normalizzare la situazione”.
Tutto scritto nel comunicato ufficiale FIR al termine del Consiglio Federale ch si è tenuto sabato a Bologna.
Espressioni come “via ultimativa” e “normalizzare” significano solo una cosa: che la guerra tra Federazione e Benetton Rugby è ormai aperta, anche se si va avanti per scaramucce. Per il momento, ché la scintilla per la battaglia in campo aperto è solo da trovare, ma non credo che sarà difficile scovarla. Anzi.
Che la Federazione e la migliore espressione del rugby in Italia (a qualsiasi livello: tecnico, agonistico, sportivo, organizzativo e manageriale) entrino in conflitto è sconcertante, drammatico, persino ridicolo. Una follia bella e buona. Stupido.
Cercare di scovare un “buono” e un “cattivo” in una situazione simile è esercizio inutile, una perdita di tempo che non porta a nulla. E’ come dire che gli israeliani sono più “buoni” dei palestinesi e viceversa. Ci sarà sempre qualcuno che ricorda un episodio, un personaggio o un momento che mette in dubbio le tue scelte e che rovescia la frittata.
Lo stesso dicasi per questa situazione: la Fir ha spesso manifestato una certa “irritazione” nei confronti dell’autonomia trevigiana? Innegabile. E per combatterla a volte è ricorsa a decisioni d’imperio che erano ufficialmente prese “per il bene del movimento”, ma che forse avevano anche la controindicazione di mettere un qualche bastone tra le ruote alla Marca Trevigiana.
D’altra parte però si può ben dire che Treviso proprio con i suoi pregi è anche l’esasperazione del principale e più diffuso difetto italico: la cura del proprio giardinetto senza curarsi un granché di quanto avviene al di là della propria staccionata. Treviso se lo può permettere perché ha un Mecenate tanto ricco quanto intelligente, uno che ha cacciato una valanga di soldi ma che ha avuto l’accortezza di scegliersi validissimi collaboratori dietro a una scrivania o nei ruoli chiave dello staff tecnico. E non è una cosa così scontata: a Milano, tanto per dire, ancora si paga lo tsunami berlusconiano di metà anni Novanta. Nessuna riflessione politica, intendiamoci, ma i soldi da soli possono avere un effetto dirompente e distruttivo. Ripeto: guardate la situazione milanese.
Uno potrebbe obiettare che Treviso deve essere totalmente padrona di se stessa, proprio per i soldi e le forze investite. Verissimo, ma nemmeno il Benetton vive da solo su una pianta in mezzo al nulla. Il vero problema è la ormai quasi incomunicabilità tra le due parti, acuita da rivalità e antipatie personali. Il clima è ormai talmente deteriorato che qualunque passo fatto da una delle parti, anche il più sincero e innocente, viene preso, esaminato e sviscerato dall’altra per cercare di capire dove sta la fregatura.

Cosa può succedere? In teoria la FIR potrebbe ritirare soldi e sostegno (e giocatori) per dirottarli verso una terza franchigia celtica di cui si parla da tempo. Treviso avrebbe le forze per continuare, ma sarebbe comunque un brutto colpo, inutile girarci attorno.
D’altra parte a chi gioverebbe una simile scelta? A nessuno, o quasi. Gli unici a guadagnarci qualcosa potrebbero essere quei “gruppi di potere” (scusate, ma non so come altrimenti definirli) che si stanno facendo la guerra. Uno dei due potrebbe anche ritrovarsi in mano con lo scalpo dell’altro, ma poi? Una vittoria effimera, nel migliore dei casi. Come gridare “vittoria!” in mezzo a un cumulo di macerie.
Il tutto poi avviene nel momento in cui si stanno consegnando le chiavi della nazionale a un tecnico nuovo, uno che dovrebbe gestire il più autonomamente possibile questa situazione. Il rischio però che subisca pressioni, e di diventare quindi anche un eventuale facile capro espiatorio, è altissimo
Questa è una guerra in cui tutti hanno solo da perdere. Una guerra stupida, stupida e stupida. La FIR fa bene – benissimo! – a indicare una strada nella gestione degli stranieri, ma deve avere anche l’accortezza di prendere in considerazione i contratti in essere e situazione contingenti. Treviso deve rinunciare a una autarchia totale che non ha un grande senso. Nessuno può permettersi di dire o ordinare cosa fare o meno, ma bisogna sedersi intorno a un tavolo e decidere ASSIEME quale strada prendere. La Fir deve indicare la via, ma sui modi in cui prenderla bisogna esercitare la non facile arte del compromesso. Quella che dice che devi anche rinunciare a qualcosa.


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