La sventurata rispose

Ce ne ha messo di tempo. Solo il 26 gennaio Fred Vargas ha potuto rispondere alla lettera che Antonio Tabucchi, con alcuni tagli della redazione, ha pubblicato su Le Monde. E lo fa dicendo che:

• i mandati di Cesare Battisti ai legali sono falsi;
• Battisti ha saputo dei suoi processi con otto anni di ritardo (lo processano a sua insaputa, un po' come qualcuno che era proprietario di case senza saperlo);
• ci fu "una manipolazione di Battisti, l'assente, da parte dei pentiti chiamati a 'testimoniare' da avvocati sotto pressione e i magistrati istruttori";
• Battisti fu accusato dal fondatore del Proletari armati per il comunismo (Pac) Pietro Mutti degli omicidi per cui era accusato lo stesso mutti;
• non esiste un vero e proprio testimone oculare;
• l'uomo che uccise il gioielliere Torregiani era più grande di Battisti;
• Battisti non era un delinquente prima di entrare nei Pac (ma non è così, fu arrestato a più riprese per rapina).

D'altronde, cosa aspettarsi da una che sostiene che "il poliziesco è una specie di favola, ironica o tragica o cerebrale. Non sopporto i gialli ultraviolenti che raccontano crimini complicatissimi (che nella realtà non esistono): un delitto è sempre semplice". No, forse i delitti non sono mai così semplici come lei li rappresenta.