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La svolta di Alfano: ci finanzieremo da soli

Creato il 26 aprile 2012 da Yleniacitino @yleniacitino

La svolta di Alfano: ci finanzieremo da soli

da ragionpolitica.it

Un nuovo soggetto politico ad azionariato popolare.Ecco la ricetta presentata da Alfano per dare un segnale chiaro della volontà di rinnovamento. Quasi un monito, affinché la politica non sia lasciata a se stessa, negli oscuri recessi dei palazzi, ma venga ricomposta per tornare in piazza e nelle case dei cittadini.

Il Popolo della Libertà si mobilita per primo nel riconoscere agli italiani il diritto a decidere le sorti di un movimento politico con il loro giudizio, premiando la bravura dei vertici nel portare avanti gli interessi dell’elettorato o sanzionando, viceversa, il loro disinteresse o la poca democraticità­.È una presa di coscienza non di poco conto, se si considera che, dai risultati degli ultimi sondaggi, il 43% degli intervistati si è dichiarato contrario al finanziamento pubblico e un altro 25% ha confessato di non fidarsi dei partiti. D’altra parte, la situazione è diventata sempre più delicata poiché, se da un lato i forconi invocano un repulisti generale della classe politica, dall’altro persiste l’amara consapevolezza dell’assenza di figure carismatiche in grado di catalizzare i particolarismi all’italiana per convogliarli in una grande centrifuga riformatrice.

Tant’è che dalla volontaria assenza di Berlusconi dal palcoscenico, i «nuovi vecchi» della nostra politica non hanno guadagnato nessun punto in più. Anzi, stanno assaporando l’amara consapevolezza di dover combattere un nuovo «monstrum» nazional-popolare, rubricato sotto la voce del «grillismo».Per correre ai ripari, ad esempio, Pierferdinando Casini si è dimesso dalla presidenza del Gruppo dell’UDC alla Camera e contemporaneamente ha annunciato la nascita di un altisonante «Partito della Nazione». Chi sono i nuovi alleati? Gianfranco Fini e Francesco Rutelli, forse. E chi, invece, i possibili aderenti? Si vocifera che qualche ex malpancista sia disposto ad acquartierarsi nel nuovo calderone. Di sicuro c’è solo che la perifrasi «Partito della Nazione» sarà sicuramente gradita all’entourage finiano, ma non è detto che venga compresa dall’elettorato moderata dell’Unione di Centro. Partito della Nazione, infatti, sembra richiamare un insieme di ideali vagamente tardo-ottocenteschi che, assieme al qualunquismo di matrice grillina, sanno un po’ di svolta reazionaria. Come a dire, tornare indietro per andare avanti. Al contrario, un passo avanti può essere fatto proprio con il finanziamento privato declamato da Alfano.

Permettere ai cittadini di donare uno, dieci, cento euro al proprio partito nel modo più facile possibile è un grande segno di civiltà. Obama lo aveva capito durante le presidenziali che ha vinto, quando ha tappezzato la rete di rettangoli rossi cliccando i quali il websurfer poteva dare il proprio sostegno finanziario. Ecco come deve essere la raccolta fondi per un partito: semplice, pulita, trasparente. Le riforme sono il passo successivo, perché le leggi richiedono tempo per essere promulgate ed entrare in vigore. Ma per fare le leggi occorre una ferma volontà e se mettere d’accordo i partiti rischia di far partorire una proposta tecnicamente poco valida (come la cosiddetta «proposta ABC»), a volte seguire una strada isolata può servire da traino per far dare una smossa a tutti gli altri. Ma attenzione: non ci si illuda che il finanziamento popolare possa davvero eliminare ogni forma di finanziamento pubblico. Ogni paese, persino i più spendaccioni Stati Uniti, prevede degli stanziamenti a bilancio per i partiti. La loro entità deve essere congrua, è chiaro, ma la bravura del riformatore deve essere tale da prevedere meccanismi in grado di monitorare le spese ed evitare sprechi e malaffare. Imparare dall’estero si può, a condizione, però, che ogni scelta importata venga riadattata alle specificità italiane.


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