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E’ stato presentato a Venezia e arriverà nelle sale a Gennaio l’adattamento cinematografico di un grande best seller di spionaggio di John Le Carré, che prima di diventare scrittore ha lavorato nei servizi di intelligence.
La talpa è il primo di una serie di romanzi che hanno al centro la figura George Smiley, agente segreto britannico ai tempi della guerra fredda contro l’Unione Sovietica.
L’intricata vicenda, che richiede una serie di flashback per essere dipanata, è quella di un agente segreto in pensione, che viene richiamato per scoprire chi sia la talpa del KGB tra i più alti livelli dei servizi segreti.
Il testo di Le Carré era già stato fonte per una serie TV di notevole successo e il film ha dovuto attendere un attore che potesse reggere il paragone a distanza con Alec Guinness, carismatico interprete del primo George Smiley.
TOMAS ALFREDSON (regista) È molto complicato creare un protagonista che viene descritto come qualcuno che si dimentica in fretta. Dopo 8-10 mesi stavamo per abbandonare le ricerche, quando Tim Bevan, il produttore, ha detto: “perché non chiediamo a Gary?”
GARY OLDMAN (attore) Sono stati carini a chiedermi di rimanere su una sedia. E’ un ruolo di quelli in cui stai seduto e ascolti e speri di comunicare quello che pensi e che provi, perché fai molto poco.
Tutto nel film è estremamente curato: la regia, la scenografia, i costumi. Ed è grazie a questo che Gary Oldman, solitamente chiamato a ricoprire ruoli fisici e personaggi chiassosi, riesce a calarsi nella fredda tranquillità del protagonista.
GARY OLDMAN Ho voluto solo dargli qualche chilo e qualche anno in più, così ho mangiato tutto quello che potevo e ho decolorato i capelli.
La Talpa, più che sulle imprese degli agenti, si concentra sulle persone e sui loro sentimenti, sulla lealtà, sul tradimento e sul sacrificio.
PETER STRAUGHAN (sceneggiatore) Parla di persone che rimangono fedeli anche quando sono state tradite, parla di persone con il cuore a pezzi. E’ un film basato sulle emozioni: ha un tono freddo ma la storia parla di emozioni. Abbiamo cercato di concentrarci sui costi umani di questa guerra.
Nel film si respira l’aria di un’intelligence in declino, come se le spie abbiano perso l’interesse verso una guerra logorante. L’ambientazione in una Londra grigia sottolinea il realismo del film, che non ha nulla a che fare con le acrobazie e il sensazionalismo à la James Bond.
COLIN FIRTH (attore) Non c’è James Bond. Non è patinato e gli agenti non giocano con i gadget, ma con tè e biscotti e qualche volta del brandy e si parla un linguaggio cifrato, ma con aria naturale.
Colin Firth, altro grande nome del film, che ha affermato di non aver avuto altre offerte interessanti dopo quella per la parte di protagonista ne Il discorso del re che gli ha fruttato l’Oscar, aveva già interpretato un thriller ambientato negli anni ’70: A Single Man.
COLIN FIRTH Sono film molto diversi, ma entrambi hanno avuto il coraggio di prendere romanzi ricchi e pieni di dialoghi e reinterpretare il loro stile con molti silenzi. Entrambi poi raccontano un passato al quale ora si guarda con più poesia.
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