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La tanoressia: quando abbronzarsi non basta mai

Creato il 02 giugno 2013 da Retrò Online Magazine @retr_online
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attribution: Carlo Tardani.

“A A abbronzatissima”, cantava Edoardo Vianello nel 1963.
A distanza di 50 anni molte cose sono cambiate, fra cui gli usi e i costumi degli italiani, a molti dei quali, oggi, essere “abbronzatissimi” non basta più: il loro obiettivo, è quello di diventare “abbronzatissimissimi” e di rimanere tali per tutto l’anno.
Tanoressia, dall’inglese tan (abbronzato) e dal greco orexis (appetito) è il nome che è stato scelto per definire questa nuova patologia –una delle tante del terzo millennio-, che si annovera nella categoria delle addiction, le dipendenze senza droga, e che indica un appetito compulsivo di sole, una dipendenza patologica all’esposizione della luce solare, sia naturale che artificiale (dipendenza che, a dire il vero, non riguarda solo il Bel Paese).
Chi ne è affetto si espone al sole o alle lampade dei centri solari almeno sei ore al giorno tutti i giorni e, non vedendosi mai abbastanza scuro (allo stesso modo in cui l’anoressico non si vede mai sufficientemente magro), arriva, talvolta, a trascorrere anche più di dieci ore del suo tempo ad abbronzarsi.
Alla base di questo assurdo disturbo c’è una predisposizione neurobiochimica e soprattutto una dispercezione corporea; a questi due fattori se ne aggiunge un terzo, di natura socioculturale: la tendenza a considerare l’abbronzatura cool, trendy, quasi necessaria. E infatti i patiti dell’abbronzatura sono in costante aumento, come a dire che la tintarella non conosce crisi.

Il confine fra “appassionati di tintarella” e tanoressici è, però, piuttosto labile, soprattutto se si considera che metà degli italiani si dichiarano “ossessionati dall’abbronzatura”; tale dato non può che essere considerato allarmante, specie alla luce delle recenti ricerche condotte dall’Università Federico II di Napoli dalle quali è emerso che, nonostante le campagne d’informazione e di sensibilizzazione in atto ormai da tempo, ben il 35% dei ragazzi non è informato sui rischi legati all’esposizione ai raggi solari e il 17% non sa che l’esposizione al sole può essere assai dannosa.
Atteso che il sole è “malato” e “dannoso” e che il rischio di tanoressia è dietro l’angolo, come comportarsi, soprattutto in vista delle imminenti ferie estive?
Rinunciare alle villeggiature marine e dirigersi verso terre grigie e piovose? Assolutamente no.
Come da sempre affermano i dermatologi, è sufficiente limitarsi a seguire semplici ma preziosi accorgimenti: utilizzare la crema solare adatta al proprio fototipo di pelle, non esporsi nelle ore più calde, usare occhiali da sole e copricapi e, possibilmente, evitare la luce solare artificiale, poiché i raggi ultravioletti delle lampade sono 15 volte più potenti di quelli del sole, sebbene questo, a causa del cambiamento climatico intervenuto, sia molto più aggressivo e pericoloso rispetto a quanto non lo fosse decenni fa.
E se affiora il sospetto di tanoressia, rivolgersi quanto prima ad uno specialista, onde evitare che la passione per il sole si trasformi in una patologia compulsiva.
Insomma, prendere il sole con moderazione, non rinunciarvi; il sole, infatti, è fonte di vitamina D, indispensabile per le nostre ossa, funziona come antinfiammatorio naturale e migliora anche l’umore.
Abbronzarsi il giusto a tempo debito.
E pazienza se non si diventerà “neri come il carbon”.

articolo di Dalila Giglio.


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