Noto con enorme rammarico che fare un megabuco buco supplementare sotto le Alpi viene presentata come un problema di ordine pubblico mentre il rapporto costi-benefici, che dovrebbe essere centrale, è invece praticamente assente dal dibattito di questi giorni.
E con rammarico (se possibile) ancora maggiore constato che proprio sul nodo dei costi-benefici 360 uomini e donne di scienza – docenti universitari e ricercatori – stanno prendendo a metaforiche sberle scientifiche Monti, il Governo e tutti quelli che vogliono la Tav.
Dicono in sostanza che l’opera non è assolutamente giustificata nè giustificabile.
L’appello a Mario Monti afinchè “ripensi” la Tav Torino-Lione “sulla base di evidenze economiche, ambientali, sociali” è stato scritto da Sergio Ulgiati, Dipartimento di Scienze per l’Ambiente dell’Università Parthenope di Napoli; Ivan Cicconi, ricercatore nel settore delle costruzioni ed esperto di infrastrutture e appalti pubblici; Luca Mercalli, climatologo, presidente della Società Meteorologica Italiana; Marco Ponti, professore ordinario di Economia dei trasporti al Politecnico di Milano.
In coda all’appello ci sono 360 firme tutte provenienti da quegli stessi ambienti. E’ gente che – mi pare evidente – guarda alle cifre e ai fatti. Il nocciolo:
il progetto della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, inspiegabilmente definito “strategico”, non si giustifica dal punto di vista della domanda di trasporto merci e passeggeri, non presenta prospettive di convenienza economica né per il territorio attraversato né per i territori limitrofi né per il Paese, non garantisce in alcun modo il ritorno alle casse pubbliche degli ingenti capitali investiti (anche per la mancanza di un qualsivoglia piano finanziario), è passibile di causare ingenti danni ambientali diretti e indiretti
Il tutto viene poi argomentato punto per punto, vi rimando al testo in fondo: comunque, dicono i professori, il traffico merci Italia-Francia è crollato del 31% dal 2000 al 2009 (quindi prima della crisi economica), la linea ferroviaria storica è ora sottoutilizzata, la Torino-Lione costerebbe complessivamente 20 miliardi di euro (anzi circa 30, se si tiene conto dei prevedibili aumenti in corso d’opera) e questo, scrivono i docenti universitari a Monti,
penalizzerebbe l’economia italiana con un contributo al debito pubblico dello stesso ordine della manovra economica che il Suo Governo ha messo in atto per fronteggiare la grave crisi economica e finanziaria che il Paese attraversa
Non risulta che il professor Monti abbia dato udienza ai colleghi professori desiderosi di spiegargli che la Tav è inutile e anzi dannosa. Non risulta nemmeno che lui (o qualcun altro del Governo) abbia risposto demolendo le affermazioni dei professori: i politici continuano semplicemente ad andare in tv per dire che la Tav è un’ “opera prioritaria di interesse strategico nazionale”.
La ragione e la politica, sulla Tav, sono diventati due universi paralleli senza punti di contatto. E se il punto di vista della politica uscirà vincitore cosa taglieranno per realizzare la Tav: la scuola, la sanità o la tua pensione, lettore?
Su NoTav l’appello a Monti dei 360 docenti universitari e ricercatori
Su Repubblica Torino Tav, Mercalli: il Governo cerca l’escalation per coprire l’inutilità dell’opera
Fonte: Blogeko Il Journal