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L'intervista.Com’è nata l’idea per questo romanzo?Ciao Stefania, e grazie per avermi riservato questo spazio nel tuo blog!Inizialmente, volevo scrivere la storia di un musicista che, arrivato al culmine della propria carriera, per qualche motivo volta le spalle alla vita pubblica. Gli avevo messo accanto una donna forte, con qualche segreto di troppo da nascondere… Ed è finito che quella stessa donna, Agata, ha preso in mano le redini della vicenda, spingendo Giulio sullo sfondo (era quello che voleva, dopotutto: restarsene nell’ombra. Eccolo accontentato!).Scherzi a parte, “Il furto dei Munch” (La Corte Editore) è nato proprio così, dai personaggi principali. Quando ho iniziato a scrivere questo romanzo, erano da poco stati rubati dal Museo Munch di Oslo due esemplari de L’Urlo e della Madonna. Le informazioni erano pochine, sembrava che la polizia brancolasse nel buio… Allora, ho cominciato a fare la spola tra Milano e Oslo per fare ricerche approfondite, per parlare con coloro che realmente avevano assistito al furto.Ed eccoci qui!Si tratta di una saga o di un romanzo autoconclusivo. Hai in progetto un sequel/prequel o uno spin-off su questa storia?È nato come romanzo autoconclusivo, ma un nodo della vicenda era rimasto insoluto: che fine fanno Agata e Giulio? La loro storia, il loro matrimonio messo tanto a dura prova… Che succede dopo?Quindi, sì, potrebbe esserci un seguito.Quali sono i personaggi che ami di più della tua storia?Solitamente, ho un debole per i cattivi. Agata non fa propriamente parte della categoria, ma di certo non è una brava mogliettina. Asservita all’obbedienza di un altro uomo, dedita al lavoro ma sempre con le mani in pasta un po’ dappertutto, vive di segreti che fatica a mantenere, la sua intera esistenza scorre costantemente sul filo del rasoio…Mentre scrivevo di lei, osservavo la mia vita, osservavo mio marito e gli dicevo: “Ma vedi come sei fortunato, tu???”:DL’altro personaggio che mi sta particolarmente a cuore è Benedetta, una ragazza di poco più di vent’anni, anche lei costretta all’obbedienza coatta e forzata; una sorta di fatina dei boschi dalla mente geniale, dall’immensa capacità analitica. Un emblema di forza d’animo e solitudine.Che cosa troveremo nel romanzo?Ci sarà arte, musica… e molta avventura! Questa è la prima volta che mi cimento col genere giallo, e devo ammettere che all’inizio avevo molte remore. Non credevo fosse davvero nelle mie corde… Ma credo di essere riuscita a creare l’atmosfera giusta, a donare la giusta dose di suspance.Quanto tempo hai impiegato a scrivere quest’opera?Se contiamo la fase di ricerca: due anni. Più qualcosina ancora per metterlo a posto.A dire la verità, avevo pensato a uno scenario diverso per il finale. Era già scritto, lo stavo semplicemente correggendo… quando squilla il telefono. È mia madre, che quasi grida nella cornetta: “Metti subito su Rai1!!!!”Avevano ritrovato le due tele.No, così non si fa!Ho dovuto riscrivere completamente il finale, riadattandolo in modo che seguisse la realtà dei fatti e che, allo stesso tempo, non si discostasse dalle linee generali che avevo tracciato.Come mai hai scelto di pubblicare con un editore? Quanto è stata difficile la scelta della casa editrice? Pubblicheresti mai un’opera in self?Per Il furto dei Munch ho vagliato diverse case editrici, prima di inviare loro il manoscritto. Quando le prime risposte hanno cominciato ad arrivare, ovviamente non potevo nemmeno crederci!Ho scelto La Corte Editore per la grande professionalità che ha dimostrato in questi anni. Hanno in catalogo romanzi bellissimi e… E ora sono proprio felice di essere parte del loro clan!Cercare un editore mi sembrava, al momento, la scelta più ovvia, anche perché non ho ancora pubblicato in self, anche se ho nel cassetto un romanzo breve (o racconto lungo) che potrebbe vedere presto la luce.Sono due realtà diverse, ma sicuramente non antitetiche, e una non esclude necessariamente l’altra. Anzi!Quali sono gli aspetti del tuo romanzo che ami di più e che vorresti far arrivare al cuore dei tuoi lettori?Riesce ancora a incantarmi la dedizione che Agata, la mia protagonista, mette nel proprio lavoro e nella sua doppia vita. Ha costruito la propria esistenza su basi di cartapesta, sorretta da segreti e menzogne. Più volte, mentre scrivevo di lei, ho dovuto fermarmi per domandarmi: “Oddio, e adesso… come ne esce? Cosa potrà mai inventarsi?”È sposata con un uomo che, un tempo, deve aver sicuramente amato tantissimo. Dall’altra parte, però, la sua vita privata coincide anche con quella… be’, un po’ meno privata. E in questa sorta di limbo nascosto si muove Sevastian, una sua vecchia fiamma. È possibile amare una persona e provare comunque attrazione per un’altra?M chiedevo anche chi avrebbe “vinto”, alla fin fine; se Agata si fosse trovata a un bivio, costretta a operare una scelta, su quale dei due uomini sarebbe ricaduta? Su Giulio, il marito, la sicurezza, la vita tranquilla? O su Sevastian, uomo carismatico e potente, pieno di ombre e pochi sprazzi di luce?Parlaci un po’ di te e delle altre tue opere.Parlare di me mi imbarazza sempre! Ho trent’anni (ok, un po’ di più, va bene, ma che rimanga tra noi!) e sono prima di tutto una grande lettrice. Ho sempre fagocitato di tutto, costantemente alla ricerca della mia strada e del mio genere preferito.Al momento, mamma di una Teppina di due anni, le mie letture sono un po’ cambiate e hanno lasciato il passo alla famigerata Peppa Pig. Rimane però invariato l’amore per i romanzi storici e di formazione.Per quanto riguarda i miei testi, il primo volume era stato pubblicato nel 2004, alla vigilia del mio matrimonio, col sostegno di AICE (associazione italiana contro le epilessie). Sono tornata anni dopo su questo scritto, risistemandolo, ampliandolo, trasformandolo in un vero e proprio romanzo: L’età più bella (Butterfly Edizioni, 2014): è la storia di Caterina, un’adolescente come tante, che, da un giorno all’altro, si ritrova a dover far fronte a una patologia in qualche modo invalidante; una malattia che, ancora oggi, suscita pregiudizi e ostracizza chi ne è affetto.Sempre con Butterfly Edizioni, e sempre nel 2014, è poi uscito Rya - La figlia di Temarin, primo capitolo di una saga storico-fantasy figlia del mio amore per la storia e per la manipolazione della realtà: un’antieroina che mi trascinavo dentro da tanto, e che finalmente ho deciso di lasciare libera.Lasciaci assaggiare il tuo romanzo. Regalaci tre citazioni tratte dalla tua opera.Prima di concludere: grazie per avermi ospitato nel tuo blog!Ecco qui le mie tre citazioni:Un piccolo stralcio… tratto dall’incipit:Allo stato attuale dei fatti, ciò che l’Organizzazione sa o pensa non mi importa, né mi importa ciò che sa o pensa Iver Berg, l’Ispettore che aveva preso in mano le indagini.Dopotutto, quale che sia la verità, a ventiquattro mesi esatti dalla scomparsa, una donna è stata ritrovata. È nuda dal busto in su. È sfregiata e sfigurata.Malgrado ciò, è bellissima.Lei è bellissima.Un piccolo stralcio… di Giulio:
Entra nella stanza col passo di chi non sappia bene dove stia andando, e mi sfiora la spalla con una carezza. Io, seduta in poltrona, mi volto appena. Lo guardo con il malcelato disprezzo che merita ogni uomo che abbia rinunciato a se stesso e alla propria carriera per amore di una donna.Un piccolo stralcio… di un po’ di azione:L’aria si riempie di un odore acre, e il fumo penetra nel soggiorno in cui ci troviamo. Le vernici e i colori usati nei restauri si incendiano, e le lingue di fuoco risucchiano l’ossigeno respirabile. Un’altra piccola esplosione, questa volta alla nostra destra. Il ripostiglio. La porta comincia ad ardere. Ci ritroviamo entrambi a terra, in ginocchio. Ci trasciniamo verso la finestra alle spalle del divano.