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La tecnica del guanto magico: è possibile trasformare il momento del prelievo in un gioco?

Da Mariagraziapsi

camice

Alzi la mano a chi non è mai capitato da bambini di essere spaventati di fronte  ad un camice bianco! È stata ed è esperienza comune che uno dei maggiori problemi affrontati dai bambini negli ospedali sia quello dei prelievi del sangue. Nella maggior parte dei casi oppongono resistenza o si rifiutano, per paura di provare dolore. Inoltre, spesso, accade che i genitori aggravino la situazione, in quanto sono essi stessi a provare ansia: cercano di proteggere il bambino estraniandolo dalla situazione, tempestandolo di domande per distrarlo o addirittura negandogli la visione .

Queste “tecniche” possono sembrare in un primo momento molto efficaci agli occhi dei genitori, tuttavia, è proprio il non conoscere cosa stia succedendo che scatena nel bambino una reazione di paura, pianto e resistenza. Se non si interviene tempestivamente, il bambino assocerà queste emozioni altamente negative al momento del prelievo, ed esse inevitabilmente si ripresenteranno successivamente attraverso condizionamento.

Per evitare tali situazioni e in veste preventiva, molti ospedali si sono attrezzati adottando procedure che possano aiutare a contenere le paure dei bambini. Ad esempio, l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, ha deciso di proporre online alcune guide sia per i genitori che per i bambini, dove si forniscono  informazioni su cosa fare per tranquillizzare i bambini, sulla procedura e sui motivi che sono alla base del prelievo stesso. Le metodologie a cui è possibile far riferimento sono principalmente di due tipi:

  • tecniche farmacologiche: sono basate, ad esempio, sull’uso di creme anestetizzanti da applicare nella zona interessata. Tuttavia, ciò implica l’attesa di tempi molto dilatati perché facciano effetto;
  • tecniche non farmacologiche: si basano principalmente sul potenziale del soggetto e non sono previsti farmaci, come è facilmente intuibile. L’obiettivo è quello di coinvolgere il soggetto all’interno di attività (musico-terapia, danza-terapia, respirazione, massaggio muscolare ecc..) sia per aumentare la consapevolezza di sé in una data situazione sia per offrire un momento di distrazione da un qualcosa connotato negativamente.

La tecnica del guanto magico, al contrario delle tecniche appena descritte che si basano sulla distrazione, intende attivare le capacità immaginative della mente. La tecnica può essere utilizzata con bambini di diversa età che devono essere sottoposti a prelievo del sangue, incannulamento venoso o prelievo capillare venoso dal polpastrello delle dita.

Nello specifico, è necessario che il bambino sia posizionato in braccio al genitore in modo da poter essere comodo lasciando comunque la possibilità agli infermieri di muoversi facilmente. L’operatore deve possedere un camice con tasche o una borsa apposita dai quali estrarre i guanti magici, che possono essere di svariati colori e taglie, ma che in realtà non esistono e sono, quindi, invisibili agli occhi (ma non alla mente!). Al bambino spetterà la scelta del colore del guanto.

È importante non far credere al bambino che non sentirà alcun dolore, in quanto, potrebbe manifestarsi una situazione opposta che possa facilmente smentire la bugia.

Occorre, invece, tranquillizzarlo dicendogli che il guanto magico che ha scelto gli farà solo sentire meno male. Una volta scelto il guanto, l’operatore inizierà a farlo indossare al bambino, uno dito alla volta, effettuando un massaggio dalla mano all’avambraccio, desensibilizzando così la zona.

Se il bambino appare ancora insicuro sarà possibile fargli indossare più guanti alla volta. Una volta conclusa la procedura del prelievo è fondamentale togliere il guanto magico, in modo credibile, da ridare così sensibilità alla mano e concludendo in modo realistico.

Studi di neuroscienze che si avvalgono di tecniche di neuroimmagine affermano, infatti, che i meccanismi neurali coinvolti nell’esecuzione di un’azione sono gli stessi che emergono nella simulazione. Dalle numerose ricerche è emerso che l’80% dei bambini sottoposti alla tecnica, pensava a qualcosa di magico o a qualcosa di bello, mentre, i bambini del gruppo di controllo, e quindi non sottoposti alla tecnica, nel 90% dei casi associava la situazione a qualcosa di brutto.

“Dall’immaginazione dipende in gran parte quella somma di beni e di mali immaginari o ideali che ciascheduno aggiunge come un sopra più, sulla bilancia della propria felicità od infelicità” (Baldassarre Poli). L’obiettivo primario, dunque, al quale si mira, è quello di “aggiungere quel sopra più alla bilancia della felicità” attraverso la fantasia, il dialogo, la conoscenza e il rispetto sia dei limiti che dei pregi di ogni persona.

Valentina Tanara

Bibliografia

Giulia Manfredi, Loris Vezzali; “immagina che il prelievo sia un gioco. Una ricerca sull’efficacia della tecnica del guanto magico nel controllo del dolore durante il prelievo di sangue nei bambini.”



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