D’accordo, l’ammodernamento dell’inceneritore-inferno non si farà.
Che LGH cambi modo d’essere sembra però impossibile.
Leggendo le relazioni di bilancio dal 2006 al 2013 si trova una concezione aziendale espansionistica e competitiva con gli altri gruppi del settore, e una visione dei singoli impianti astratta dal vincolo del territorio, come se non fossero collocati su un ambiente ormai fragile e compromesso da tanti fattori inquinanti, con una qualità dell’aria in provincia di Cremona tra le peggiori d’Italia, e un primato storico di tumori allo stomaco. Il gruppo è composto da ex municipalizzate che parlano un linguaggio finanziario internazionale e che hanno investito in provincia di Ravenna per uno stoccaggio di gas al 10% (il 90% era di Edison) e a Grottaglie nelle Puglie per una discarica.
L’allacciamento del teleriscaldamento alle case popolari dimostra una palese mancanza di considerazione della sostenibilità sociale delle attività aziendali. Gli effetti negativi per i cittadini sono diventati evidenti, ma le polemiche sono scoppiate solo recentemente, quando ormai l’inceneritore è stato estromesso dal mercato grazie al Parlamento di Strasburgo. Nemmeno il teleriscaldamento giustifica più l’inceneritore.
E i difetti del sistema sono stati ammessi anche dal Comune. Il linguaggio di LGH, chiunque sia il presidente, dal diessino Tiranti al pidiellino Conter, comunque non cambia. Il ramo acqua viene dismesso da subito perché “non redditizio”, gli investimenti vengono indirizzati verso la produzione di energia e la gestione del gas. Gli impianti sono descritti dalle relazioni di bilancio come se non appartenessero a un territorio, nei termini inesistenti di un mondo in cui la Valutazione d’impatto ambientale è impossibile, quando invece risulta quanto mai necessaria, perché gli effetti peggiori dell’inquinamento sono quelli cumulativi e di lunga durata. Eppure LGH continua a produrre energia anche dalle discariche chiuse, grazie a impianti di trattamento del biogas di cui dovrà ridurre le emissioni.
Senza l’inceneritore di Cremona LGH perderà una produzione di energia di 20mila Megawattora all’anno e 40mila gigacalorie all’anno per il teleriscaldamento, in tutto circa 65 gigawattora. LGH ha venduto nel 2012 ben 593 gigawattora e ne ha prodotti 419, e investendo su energia e gas ha realizzato 5 milioni di utile netto. Per il teleriscaldamento Cremona utilizza anche una centrale di cogenerazione e quattro centraline.
Altro inceneritore in discussione è quello di Lomellina Energia.
Il sistema potrà essere modificato, tuttavia le ex municipalizzate di LGH hanno impegnato nel 2012 ben 210 milioni di euro di prestiti e finanziamenti bancari di molteplici istituti di credito, 60 milioni in meno sul 2011, e ora rilanciato dal recente bond da 300 milioni. Una parte rilevante di economia del territorio legata alla trasformazione di servizi essenziali in investimenti che devono generare utili.
(Da Telecolor, 26 novembre 2013, Green box)