Magazine Ciclismo
Inchiesta di Mantova; dopo un’anno d’indagine sarà questo il risultato?
LA FORTE DISCUSSIONE TRA PETRUCCI E DI ROCCO NELLA SEDE DEL CONI, CI PORTA LA NOTIZIA CHE QUEST’ULTIMO ENTE CHIEDE AZIONI FORTI, ECLATANTI, SEVERE.
SOPRA UN’INTERO GS (LAMPRE) TIRA ARIA DI TEMPORALE. DOPO 13 ANNI “AFFAIRE FESTINA” ALL’ITALIANA?
Le richieste del Presidente del CONI Petrucci verso Renato Di Rocco sono quelle che gli appassionati – quelli onesti e veri perché tra falsi ci si accetta – vogliono da tanto. Ottima, perché semplice, la domanda del giornalista Luca Gialanella, sulla Gazzetta del 13 aprile, sul perché Collinelli (quest’ultimo premiato, a suo tempo, con 4 anni di “vacanza”) sia un tecnico della Federazione Ciclismo. Da emerito scaricabarile la risposta del presidente Di Rocco, dicendo che il CONI sapeva tutto. Giro-giro-tondo, casca il mondo…
Certo è che l’inchiesta che stringe il laccio intorno al GS Lampre (riguardante, in particolare, le stagioni 2008 e 2009) sembra in procinto di regalarci amare novità. Soprattutto per la richiesta diretta del CONI alla Federciclo di dare un giro di vite molto più forte del solito. Sarà mica che Petrucci – visto il ruolo che ricopre – avrà ricevuto qualche notizia sicura in anteprima? Renato Di Rocco continua con la linea che l’FCI ha fatto molto in questi anni, ma Petrucci non ha fatto altro che “trasportare” il pensiero della maggior parte degli appassionati. Sono tanti i ciclisti in gruppo che sono indagati, e sono troppi, veramente ed insopportabilmente troppi, gli atleti che si appoggiano al discorso che “Ci deve essere uno sbaglio” e cose di questo tipo. Possibile che da anni, stando alle dichiarazioni degli interessati, le analisi siano quasi tutte sballate ed inaffidabili?
Da qualche anno, nelle telecronache, la litania del ciclismo che oggi è molto più pulito di un tempo mi fa crescere una domanda in testa; se oggi il ciclismo è veramente più pulito, e non lo si dice tanto per parlare, allora il ciclismo di 15 anni addietro cos’era? Una fogna con due borracce attaccate? Perché, se c’è tutta questa sicurezza al riguardo, tanto da ripetere che il ciclismo attualmente è molto più pulito, mi domando quante tonnellate d’omertà ci sono state propinate in questi ultimi anni.
Penso a Gigi Sgarbozza che durante i mondiali su pista commentava che la squalifica a Pellizotti è ingiusta, che la squalifica della Cucinotta è stata ingiusta, che punire Contador sarebbe ingiusto. Tutto ingiusto!
Emergono dai giornali notizie sul fatto che ciclisti della Lampre erano “consigliati” ad appoggiarsi a studi medici esterni al Team di Saronni, per farsi assistere nella preparazione. A pensarci, è un buon sistema per evitare che, se un ragazzo viene pescato dopato, il GS può appoggiarsi al fatto che lo studio medico ed i professionisti (professionisti?) che vi lavorano, non c’entrano niente con il Gruppo Sportivo. La situazione sembra bella pesante, ma è meglio che scoppi adesso che non tra 20 giorni con l’inizio del Giro. Sarebbe un simil-caso Festina ’98 o Telekom di pochi anni addietro. Che da un lato sarebbe benedetto se scoperchiato, ma svuoterebbe le strade di tanta gente.
ITALIANA? MACCHE’!, IRLANDESE, ANZI, SVIZZERA!
I ciclisti ed i dirigenti Lampre, o anche ex della squadra italiana, che saranno convocati nei prossimi giorni avranno la facoltà di non rispondere. In quel caso la situazione assumerebbe toni ancor più deludenti. Se dall’inchiesta di Mantova arriveranno prove concrete, la Lampre rischia di saltare il Giro d’Italia. Ma qui svetta il (casuale?) discorso legale.
La Lampre è una squadra irlandese, con uno statuto che la classifica come una realtà di “statuto elvetico”. Che vuol dire? Che la giustizia di casa nostra ha le mani ben legate. Chiaro adesso? A chi scrive proprio per niente ma certamente si ai dirigenti Lampre. Comunque, se qualcuno di voi ne capisce di questioni legali lasci due righe, senza paroloni possibilmente.
Foto; campionenews.com
FORSE POTRA’ SEMBRARE UNA PAROLA GROSSA, MA RICCO’ SA COSA VUOL DIRE DECENZA?
Finiamo con le ennesime, ultime, dichiarazioni di Riccò ai giornalisti, che vanno oltre l’incazzatura da appassionato. Prepariamoci ad un Riccò che tra qualche tempo sparerà l’idea del complotto architettato da misteriose ed oscure entità paraciclistiche.
Riccò ringrazi il Cielo e magari anche i dottori che l’hanno preso per i capelli, invece di mettere in discussione le dichiarazioni fatte dai medici che gli hanno salvato la pelle.
L’ex professionista italiano vuole trovare una squadra e tornare a correre, dopo che poco tempo fa aveva detto di non volerne più sapere. Chi può prenderselo? Una squadra di alto livello, con la probabilità che non venga considerata dagli organizzatori di corse importanti (te lo vedi Riccò che guarda al Giro del Veneto come l’obiettivo principe della stagione?). L’atleta rischia la radiazione, ma potrebbe avere ripercussioni anche per aver tirato in ballo una presunta falsità da parte dei dottori, nell’informare la stampa nei giorni del suo ricovero sulle cose che aveva detto loro.
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