il giudizio di Antonio GentileSummary:
Un amore che nasce dalla volontà di superare qualsiasi difficoltà anche fisica, l’amore per la vita e per una donna, attraverso lo spazio e il tempo. “Non devono esserci limiti agli sforzi dell’uomo; per quanto sembri brutta la vita, finché c’è vita c’è speranza” – S. Hawking.
“La teoria del tutto”, con il titolo originale “The Theory of Everything”, è uno straordinario progetto cinematografico diretto da James Marsh, (Oscar per il miglior documentario con “Man on Wire” nel 2008) in cui tratta la biografia del genio mondiale dell’astrofisica “Stephen Hawking” scritta da Jane Hawking (ex moglie del grande cosmologo), con il titolo originale “Travelling to infinity”. Lo sceneggiatore del film Anthony McCarter per circa dieci anni ha lavorato su un progetto che ha preso forma solo negli ultimi tre anni, dopo aver convinto la produttrice Lisa Bruce ed Hawking ad accettare l’idea della trasposizione cinematografica per un ritorno alla regia di J. Marsh. Un film intenso per gli effetti visivi e sorprendente dal punto di vista umano, certamente a renderlo tale è stato determinante il grande impegno e il merito dei due protagonisti Eddie Redmayne e Felicity Jones, nei rispettivi ruoli di Hawking e Jane, intorno al quale ruota l’intera sceneggiatura di uno tra i titoli più attesi per il 2015.
La storia è ambientata in Inghilterra presso l’Università di Cambridge nel 1963, anno in cui il ventunenne e promettente Stephen Hawking (E. Redmayne) laureando in astrofisica e con lo sguardo rivolto alle teorie cosmologiche, incontra durante un ballo universitario una dolce e appassionata ragazza, “Jane” (F. Jones), studentessa in lettere e sua futura moglie. L’incontro favorisce tra i due un autentico colpo di fulmine destinato a durare nel tempo, dando inizio ad un’appassionante love story che trae forza dalle teorie cosmologiche del futuro scienziato. Egli è un uomo eccezionale per intuito, conoscenza e capacità che persegue grandi obiettivi scientifici tra cui “la teoria del tutto”, una formula matematica che spiega come tutte le forze dell’universo siano interconnesse e correlate tra loro. Ma la regia del film sembra dare maggiore rilievo agli aspetti personali di Hawking concentrandosi sulla vita privata e facendo leva sul legame romantico con la moglie dando inoltre ampio spazio al decorso della sua malattia, determinata da un mal funzionamento dei motoneuroni, che ben presto si manifesta fino a costringerlo a trascorrere il resto della sua esistenza su una sedia a rotelle. L’aspettativa di vita diagnosticatagli dopo alcuni esami medici è di due anni di vita, con la certa e graduale perdita dell’utilizzo muscolare dell’intero corpo e del linguaggio. Ma il noto cosmologo oggi è ancora tra noi con una grande voglia di vivere e di raggiungere nuovi orizzonti scientifici, nonostante i suoi limiti. “La teoria del tutto” è una costosa produzione (Working Title Films) di genere drammatico/biografico che al pubblico lascia ben poco intuire in riguardo al rivoluzionario pensiero scientifico e innovativo di Hawking, rivolto ad un nuovo modo di concepire il rapporto dell’uomo con l’universo attraverso il tempo, privilegiando invece maggiormente l’aspetto umano e sentimentale vissuto con Jane, sua inseparabile compagna durante l’esordio ed il decorso della malattia e restatagli accanto per 25 anni.
“La teoria del tutto” sicuramente sarà ricordato per l’intensa interpretazione di Eddie Redmayne, calato in un ruolo complesso con grande umiltà, con coprotagonista una luminosa e appassionata Felicity Jones nel ruolo della futura moglie del cosmologo, un personaggio determinante e crescente nel corso del film. Due nuovi talenti per il grande cinema di Marsh, che fa leva su un doppio binario narrativo, suddiviso tra la vita privata e la carriera di Hawking, focalizzando in modo rilevante la sua attenzione sulla performance dei due bravissimi giovani protagonisti. Un’incantevole e dolce storia d’amore che sfida lo spazio, il tempo e la sofferenza fisica del promettente genio, ormai consapevole ma non sconfitto dalla malattia da cui è affetto, causa del progressivo decadimento fisico, muscolare e motorio. Un uomo che nonostante le difficoltà cerca di superare le sfide scientifiche e quelle personali, scoprendo nel tempo un forte e imprescindibile legame tra l’uomo e l’intero universo circostante. Inoltre c’è da tenere presente che il film in post produzione ha già ottenuto importanti riconoscimenti in occasione del “Toronto International Film Festival” dove è stato proiettato in anteprima e del “Hollywood Film Awards”, puntando a ben 4 nomination per il “Golden Globe” 2015 come miglior film drammatico, miglior attore protagonista (Eddie Redmayne), miglior attrice protagonista (Felicity Jones) e miglior colonna sonora (Jòhann Jòhannsson). “La teoria del tutto” inoltre si avvale anche della partecipazione di Emily Watson, Charlie Cox, David Thewlis e Harry Lloyd, e con ogni probabilità sarà premiato da buona parte della critica mondiale. “La straordinaria vita del grande cosmologo Stephen Hawking scommette lungimiranti traguardi per il grande cinema”.
di Antonio Gentile per Oggialcinema.net