Lo spunto di questo romanzo è nato dalla lettura di un poemetto della tarda latinità, intitolato “De reditu” (= il ritorno), composto all’inizio del V secolo d.C. da Rutilio Namaziano, un eminente funzionario imperiale di origine gallica, costretto a tornare in patria per motivi privati. Ne ho rivissuto intimamente la tematica, l’ambientazione e l’atmosfera con tanta partecipazione da sentire l’esigenza di allargarne la trama, introducendo nuovi personaggi coinvolti in nuove vicende e, principalmente, immaginandone un seguito e una conclusione del tutto originali: infatti, quel poemetto s’interrompe bruscamente poco dopo l’inizio del secondo libro e, quindi, si presta a una rivisitazione e a un’integrazione personali.
In pratica, “La terra dell’ultima nebbia” è il racconto di un viaggio per mare – che si trasforma in una fuga dalle contraddizioni di un mondo in declino – lungo le coste di un’Italia devastata dalle scorrerie dei barbari: viaggio e fuga, che assumono una valenza simbolica, trasformandosi per in due protagonisti principali nell’esplorazione sofferta di un immaginario individuale. E su questo sfondo s’innesta una delicata storia d’amore tra agguati e incantesimi, fino al drammatico e sorprendente finale che, presentando una doppia chiave di lettura, sfugge a una riduttiva interpretazione univoca e resta indecifrabile della sua enigmatica ambiguità. In conclusione posso definirlo un romanzo fanta-storico, perché tra le vicende storiche, che ne costituiscono l’intelaiatura, e i pochi personaggi reali ho inserito numerosi fatti e personaggi da me inventati, che fanno sconfinare la storia sia nel fantastico che nel fantascientifico.
Titolo: La terra dell’ultima nebbiaAutore: Marcello ParsiGenere: narrativa