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La Terra è sempre più rotonda

Da Hombre @LaLineadHombre
La Terra è sempre più rotondaEppur si muove direbbe il buon Galileo di fronte al traffico che s'immette nella rotonda cittadina, e non ci sarebbe da mandarlo al rogo per questo.
Quando il blogger va a ravanare nelle chiavi di ricerca che portano contatti, dice la nostra mentoressa che si è toccato il fondo.
Ma c'è di peggio, succede che poi scavi, ed è quando cerchi ispirazione per un nuovo post nel tragitto casa-lavoro o viceversa, comunque guidando.
E qui, se ti va male finisci a disquisire sul malfunzionamento e sui tempi d'attesa del Pronto Soccorso (altro che See and Treat!), se invece ti va bene fai un post sulle rotatorie.
Ora, siccome vi ho graziato riguardo alle chiavi di ricerca, evitando di dissertare sul perché capitassero sulla Linea navigatori in caccia di "piercing su vagine", non frequentando da vicino né piercing né, purtroppo, vagine, vi beccate lo sproloquio sulle rotonde.
Che di rotonde negli anni '70 ce ne saranno state cento in tutt'Italia e quando dovevi fissare un ritrovo o dare indicazioni, bastava citare LA rotonda e tutti capivano, perché nei tuoi paraggi una ce n'era.
Le vedevamo al Tour, questo sì, quando il gruppone dei ciclisti ripreso dall'elicottero, si divideva magicamente in due ali simmetriche e sinuose, di un fascino quasi erotico, che sfioravano abbracciandola l'enorme rotondità transalpina. E ce n'erano dieci per ogni tappa, manca poco che le facessero pure all'Alpe d'Huez.
Però noi guardavamo il fenomeno arricciando un po' il naso, snobbando i cugini e le loro idee stravaganti in fatto di circolazione stradale, dall'alto dei nostri semafori e dei nostri incroci disseminati di STOP.
Wiki ci dice che la prima rotatoria risale al tempo dei Romani di fronte alle terme di Diocleziano (oggi Piazza Esedra) e che l'inventore per quanto riguarda la circolazione stradale è, ça va sans dire, un urbanista francese: Eugène Hénard.
Poi le rotonde hanno preso a spuntare come funghi anche da noi ed è sicuramente un bene, salvo il fatto di realizzarle in siti congrui. Scordiamoci il mega cerchio interno del rondeau francese, che sarà qualche ettaro di superficie e all'interno del quale si sviluppano flora e fauna così peculiari che nemmeno in Madagascar, da noi ci accontentiamo di meno, anche perché quasi sempre lo spazio da dedicare è delimitato da case non demolibili alla prima. Per riuscire a mandare le autovetture in circolo a un'incrocio cittadino vecchia concezione, va a finire che si riduce lo spazio dell'aiola interna sempre di più, fino alla dimensione di un tappo a corona, di un tollino. Sotto quella misura, si ha la buona creanza di non andare.
Circolare!

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