Erano passate solo 3 ore , anzi immaginavo che le gabbie potessero restare al centro della terrazza (evitando quindi che l’ombra potesse arrivare prima) anche un’altra ora ma dovevo uscire e quindi ritenevo che sole e bagnetto a gennaio, potesse essere già un buon risultato per farli felici.
Ma lo spettacolo fu talmente inimmaginato che per un’ ora reagii come se fossi un altro, un semplice visitatore passato lì casualmente.
Le gabbie erano in piedi, le vasche ancora piene di acqua, esclusa quella che esce per la loro inclinazione con le sbarre e per gli sguazzamenti ma le penne, di tutti i tipi, erano sparse dentro, fuori e perfino sopra i vasi del terrazzo.
Il più giovane giaceva dentro la gabbia con le penne più piccole sparse all’interno mentre quelle più grandi (ad es. quelle della coda, delle ali) erano sia dentro che fuori.
Ma dell’altro, il vecchio cantore giallo a cui ho dedicato foto, poesia e recensioni sulla pet therapy, non c’era traccia.
Le penne erano anche a 3-4 metri di distanza ma la gabbia era vuota.
Pertanto un corpo intatto su una e niente su un’altra?
Ero imbambolato e forse l’occhio era attratto dal corpo ben visibile del giovane canarino quando , coperta dall’ombra della mangiatoia, vidi mezza testa (cioè il becco e gli occhi).
Allargando la vista verso i confini della terrazza scorsi un piccolo osso (un pezzetto di gamba?) il resto scomparso.
Non pensai a chi poteva essere stato, ma come a volere chiudere o rinnegare l’evento, presi subito la scopa e la paletta e iniziai a raccogliere penne, piume, alzare la gabbia, prendere una grossa busta nera e infilare tutto dentro.
Ora che sto ricostruendo i fatti mi sembra quasi l’atteggiamento dell’assassino: ripulire il più presto possibile, quasi a negare quello che era accaduto.
Pulii le gabbie mettendole sotto l’acqua, tutte le penne dovevano scomparire, era fredda ma dovevo pulirle, quasi disinfettarle e rimetterle al loro posto, vuote , silenziose.
Scesi le scale, dissi dell’accaduto a mia moglie che non prestò molta attenzione, allora andai da mio figlio che 2 anni fa aveva acquistato e mi aveva regalato per il compleanno il canarino giovane e rimase sbalordito del racconto.
Voleva salire in terrazza ma lo fermai: “ho tutto pulito, dissi, non c’è più nulla”. Solo le mie parole rimanevano.
Cominciammo a discutere su cosa era successo: un topo, un gatto, una serpe…
Il topo poteva arrivare a 10 metri di altezza? eppoi c’era la porta che dava sulla lavanderia e mai si erano notate tracce che sarebbero state ben evidenti.
Un gatto sui tetti, la canzone di Mina forse ma qui neanche in giardino si sono visti.
La serpe, in gennaio, è vero che i tempi son cambiati, ma grazie a Dio il letargo ancora esiste!
Poi dove era finito il canarino giallo e le gabbie erano rimaste in piedi?
Ma i social sono anche utili e il web è lo Sherloch Holmes di oggi.
E i forum ci dettero la soluzione:
Laura: ho trovato i miei canarini morti, eppure stavano chiusi in gabbie, di uno ho trovato solo la testa! Chi mi può spiegare l’accaduto?
Migliore risposta (3 anni fa) Mauro: Sono stati segnalati vari casi anche di attacchi sui balconi in condomini con vari alberi, l’assassino è la Gazza, rapace, che riesce con le zampe e il becco ad estrarre tra le sbarre gli animali che inutilmente si sbattono, perdendo penne. Lei tira, arpiona e poi mangia, lasciando le parti più dure!
La gazza, la famosa gazza ladra, che tante volte ho visto però in campagna , in collina, mai in città.
Ma avevo concorso a quella morte, certo involontariamente, mettendo le gabbie al centro della terrazza, ben visibili dall’alto. L’avevo fatto per dare loro calore mentre è venuta la fredda e atroce morte della spesso non amorevole natura!