La terrazza proibita. Vita nell'harem (F. Mernissi)

Creato il 19 giugno 2014 da Stefania
Quella che Fatema Mernissi propone nel libro La terrazza proibita. Vita nell'harem è una biografia della quale sono venuta a conoscenza per caso, in biblioteca. L'autrice, nata in un harem di Fez nel 1940, racconta la sua vita di bambina e propone uno spaccato della vita musulmana visto dagli occhi di una donna, una donna che vive in un harem.Quello di cui parla Fatema, però, non è un harem come quello che appare più noto all'immaginario collettivo. L'harem in cui vive è una grande casa nella quale si trovano a convivere le famiglie di due fratelli (quella del padre e di suo fratello, zio di Fatema) e, con loro, una schiera variopinta di donne oltre che di servitori. Si tratta di una casa in cui vigono delle severe regole imposte dagli uomini soprattutto per quel che riguarda dei precisi confini che non possono essere superati. Sono i confini delle mura domestiche oltre ai quali le donne non possono andare, se non in eccezionali situazioni e rispettando, anche in questo caso, delle particolari regole. Nell'harem di Fez c'è un luogo speciale... è la terrazza. Una terrazza molto ampia ma anche proibita: un luogo proibito in cui le donne ed i bambini dell'harem si recano costantemente per sognare la libertà. E' in quel luogo che si svolgono delle riunioni nel corso delle quali discutere degli argomenti più disparati, dove si azzardano contatti con i vicini, dove potenzialmente possono sbocciare degli amori partendo da sguardi, da occhiate più intense del solito. 
Il racconto dell'autrice permette di conoscere più da vicino la cultura musulmana ma la lettura mi è risultata un po' troppo noiosa e "lenta" per i miei gusti. Probabilmente mi aspettavo qualche cosa di diverso ed il racconto della vita quotidiana all'interno dell'harem non mi ha presa più di tanto.
Il periodo storico è quello della fanciullezza dell'autrice, tra gli anni quaranta e gli anni cinquanta: il forte senso della tradizione, che traspare dal racconto, inizia a contrapporsi con la necessità di aprirsi alla modernità. La mamma di Fatema, in particolare, ha grandi progetti per sua figlia: la vede come una ragazza e una donna libera che non rinuncia, comunque, alla propria cultura.
Il libro è ben scritto e Fatema è una bambina che inizia a porsi molte domande sia sulla condizione delle donne dell'harem che sulle dinamiche che regolano il rapporto con gli uomini. Lo consiglio a chi volesse approfondire la conoscenza della cultura musulmana anche se, per me (opinione ovviamente personale) non è stata una lettura entusiasmante... ammetto anche di aver saltato qualche pagina...
Ho apprezzato le descrizioni soprattutto degli ambienti e delle rappresentazioni teatrali che venivano messe in scena in casa: mi è sembrato di vedere le grandi stanze con ricchi tendaggi, i cortili spaziosi, la terrazza da cui si può vedere l'immensità del cielo così come i personaggi di volta in volta proposti al pubblico. Ne va dato merito all'autrice.
Segnalo, in conclusione, un dettaglio. Mi ha fatto un po' storcere il naso l'uso del trattino che introduce un inciso nelle frasi in modo tale da aprire un inciso senza chiuderlo. Un dettaglio di poco conto, lo ammetto, usato anche in modo non eccessivamente ripetuto ma che, però, ho notato.
Non ci era permesso, per nessuna ragione, camminare su quel tappeto con le babbucce - e men che meno con i piedi bagnati, cosa assai difficile da evitare d'estate, quando il selciato del cortile veniva rinfrescato due volte al giorno con l'acqua della fontana.
O forse perchè Mina riusciva a combinare due ruoli apparentemente contraddittori - danzare con un gruppo, e al tempo stesso danzare controtempo al proprio ritmo.
Delle piccole imperfezioni, come qualche volta l'uso della virgola in modo non propriamente corretto, che però passano decisamente in secondo piano rispetto all'armonia della narrazione. ***La terrazza proibita. Vita nell'haremFatema MernissiGiunti Editoreeuro 11.90

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