Il racconto dell'autrice permette di conoscere più da vicino la cultura musulmana ma la lettura mi è risultata un po' troppo noiosa e "lenta" per i miei gusti. Probabilmente mi aspettavo qualche cosa di diverso ed il racconto della vita quotidiana all'interno dell'harem non mi ha presa più di tanto.
Il periodo storico è quello della fanciullezza dell'autrice, tra gli anni quaranta e gli anni cinquanta: il forte senso della tradizione, che traspare dal racconto, inizia a contrapporsi con la necessità di aprirsi alla modernità. La mamma di Fatema, in particolare, ha grandi progetti per sua figlia: la vede come una ragazza e una donna libera che non rinuncia, comunque, alla propria cultura.
Il libro è ben scritto e Fatema è una bambina che inizia a porsi molte domande sia sulla condizione delle donne dell'harem che sulle dinamiche che regolano il rapporto con gli uomini. Lo consiglio a chi volesse approfondire la conoscenza della cultura musulmana anche se, per me (opinione ovviamente personale) non è stata una lettura entusiasmante... ammetto anche di aver saltato qualche pagina...
Ho apprezzato le descrizioni soprattutto degli ambienti e delle rappresentazioni teatrali che venivano messe in scena in casa: mi è sembrato di vedere le grandi stanze con ricchi tendaggi, i cortili spaziosi, la terrazza da cui si può vedere l'immensità del cielo così come i personaggi di volta in volta proposti al pubblico. Ne va dato merito all'autrice.
Segnalo, in conclusione, un dettaglio. Mi ha fatto un po' storcere il naso l'uso del trattino che introduce un inciso nelle frasi in modo tale da aprire un inciso senza chiuderlo. Un dettaglio di poco conto, lo ammetto, usato anche in modo non eccessivamente ripetuto ma che, però, ho notato.
Non ci era permesso, per nessuna ragione, camminare su quel tappeto con le babbucce - e men che meno con i piedi bagnati, cosa assai difficile da evitare d'estate, quando il selciato del cortile veniva rinfrescato due volte al giorno con l'acqua della fontana.
O forse perchè Mina riusciva a combinare due ruoli apparentemente contraddittori - danzare con un gruppo, e al tempo stesso danzare controtempo al proprio ritmo.Delle piccole imperfezioni, come qualche volta l'uso della virgola in modo non propriamente corretto, che però passano decisamente in secondo piano rispetto all'armonia della narrazione. ***La terrazza proibita. Vita nell'haremFatema MernissiGiunti Editoreeuro 11.90