La Mitropa Cup nell’ultimo periodo, più che una coppa antica, sembra una coppa vecchia. Ma, invece di rimpiangere la prestigiosa età dell’oro o di fare i confronti con la nebulosa età di mezzo, preferiamo associare alla terza età della Mitropa il dolce sapore che le piccole squadre di provincia, così disabituate ai grandi palcoscenici, devono aver provato nel vincerla. Preferiamo che ci ricordi i Costantino Rozzi, i Romeo Anconetani, persino i Matarrese, se non gli Sclosa, i Carillo o i Perrone. Prima di tuffarci nel racconto dei fatti più rilevanti.
(la quarta immagine è tratta dal sito pisanellastoria.it)
Tutto ricomincia nel 1980, quando la manifestazione diviene un torneo per le vincitrici dei campionati cadetti di Italia, Cecoslovacchia, Jugoslavia ed Ungheria. Nelle edizioni che si susseguono fino al 1985 la formula del torneo prevede un girone all’italiana. Le quattro partecipanti si affrontano in gare di andata e ritorno. In questo lasso di tempo l’albo d’oro vede nell’ordine i successi dell’Udinese, dei cecoslovacchi del Tatran Prešov, del Milan, del Vasas Budapest (alla sesta vittoria), degli austriaci dell’Eisenstadt (invitati al posto del Milan che stavolta preferisce rinunciare) e degli jugoslavi dell’Iskra Bugojno.
Sul duplice comportamento del Milan va spesa qualche parola. I rossoneri, di ritorno in Serie A dopo la vicenda del calcio scommesse, vedono nella Mitropa Cup 1981/82 un modo per riabilitarsi e per tornare a respirare l’aria di coppa. Anche per questo decidono di onorare l’impegno. La vittoria arriva, anche se con qualche difficoltà, ma pochi giorni dopo arriva anche la retrocessione in B, questa volta sul campo. E, come se l’oblio potesse cancellare la peggior stagione della storia, di quella Mitropa sul sito ufficiale della società non c’è traccia.[1]
Dal 1986 si cambia formula e si passa a gare a eliminazione diretta (semifinali e finale), da disputarsi sul terreno di gioco di una delle squadre partecipanti. A proporsi come organizzatrici sono sempre le squadre italiane e così, da ospitanti, vincono il torneo il Pisa nel 1986 e nel 1988, l’Ascoli nel 1987, il Bari nel 1990 e, infine, il Torino nel 1991. Fa eccezione l’edizione del 1989, perché gli incontri prevedono match di andata e ritorno e perché a vincere sono i céki del Baník Ostrava (che si aggiudicano anche la Supercoppa Mitropa in una doppia sfida col Pisa, vincitore dell’edizione precedente).[2] Il dominio italiano in questo periodo va al di là delle vittorie: in due delle tre edizioni in cui il numero di è portato a sei e la F.I.G.C. può mandare due squadre (1988, 1990 e 1991) la finale è tutta italiana.[3]
L’ultima compagine ad aggiudicarsi il trofeo è quella slava del Borac Banja Luka. In semifinale i bosniaci battono allo Stadio Zaccheria di Foggia i padroni di casa davanti a un numeroso pubblico. La finale va invece in scena il 27 maggio 1992 davanti a soli mille spettatori. La partita si decide dal dischetto. Il portiere Milan Simeunović para un rigore agli ungheresi del Vasutas Budapest e segna quello vincente per i suoi. Nell’eterno dibattito tra accanimento terapeutico ed eutanasia, l’ultima recita fa propendere per l’estrema soluzione. Sarà anche perché le sorti di tutti e tre gli incontri disputati per l’occasione in terra pugliese vengono decise dal dischetto.
Dopo 48 edizioni ufficiali disputate nell’arco di 65 anni cade così il sipario su questo longevo torneo.[4]
roberto e federico
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[1] Per maggiori informazioni cfr. S. Taccone, La Mitropa Cup del Milan, Urbone Publishing
[2] L’idea della Supercoppa è di Romeo Anconetani. Il Baník vince 3-0 in casa, il Pisa va avanti 3-0 al ritorno, prima di subire nei supplementari il gol decisivo
[3] Le finali vinte: 1986, Pisa-Debrecen 2-0 (Colantuono, Kieft); 1987, Ascoli-Bohemians Praga 1-0 (Bonomi 86′ rig.); 1988, Pisa-Váci Izzó 3-0, (Cecconi, Sclosa, Bernazzani);1990, Bari-Genoa 1-0 (Perrone). 1991, Torino-Pisa 2-1 dts (Polidori (P) 85′, Martin Vazquez (T) 90′+2′ rig., Carillo (T) 119′)
[4] L’Italia se n’è aggiudicate ben 11. Anche se, ad essere onesti, quando la Coppa dell’Europa Centrale contava davvero, cioè nel periodo 1927-1939, sono solo due i successi del calcio italiano ed entrambi del Bologna che faceva tremare il mondo. I felsinei hanno ottenuto in tutto tre successi, il Pisa 2.
Meglio dell’Italia ha fatto solo l’Ungheria con 15 titoli più il titolo per nazioni del 1960. Seguono Cecoslovacchia 8 (più una Supercoppa), Austria 7 (più la Zentropa 1951), Jugoslavia 7. La squadra più titolata è il Vasas Budapest, con 6 successi.