La Terza Repubblica è sempre più vicina

Creato il 07 marzo 2012 da Balocchitaliani

(articolo pubblicato la prima volta il 29/11/2011)

Chi di voi ricorda gli anni 90, tangentopoli, la crisi economica e finanziaria, il precedente governo tecnico?

Forse pochi. Per me non è così.

Dal 1992 fino praticamente al 1999 l'Italia attraversò una pagina politica unica nella sua storia con eventi che la hanno profondamente cambiata tanto da parlare di Seconda Repubblica dopo il biennio 1992-1994.

Allora i tratti che distinsero il passaggio furono:

  • lo scandalo di Tangentopoli e l'indagine di Mani pulite, con la conseguente scomparsa della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista Italiano
  • la crescita della Lega Nord e il suo ingresso in Parlamento (1992)
  • la discesa in campo di Silvio Berlusconi, con la fondazione di Forza Italia (1994)
  • la nuova legge elettorale maggioritaria, il Mattarellum (1994)

Anche la classe dirigente cambiò in quegli anni portando ad un aumento tra i parlamentari dei manager, alla diminuzione dei membri del settore legale e dei sindacalisti e la diminuzione dell'istruzione media dei parlamentari.

Parlando dell'attuale classe dirigente Tito Boeri, Antonio Merlo e Andrea Prat hanno affermato (Classe dirigente. L'intreccio tra business e politica, Università Bocconi Ed. 2010, pag. 149):

"Il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica ha determinato un pauroso peggioramento qualitativo dei politici. Questo declino va di pari passo con il drammatico abbassamento del livello medio di istruzione. Infine all'aumentato reddito parlamentare peggiora la qualità media degli individui che entrano in politica. Il forte incremento del reddito parlamentare (quattro volte quello medio di un manager privato) ha contribuito al declino della qualità degli eletti."

Ma ora torniamo alla Terza Repubblica. Perché sostengo che una nuova repubblica è sempre più vicina?

Semplicemente perché nell'attuale panorama politico italiano ci sono tutte le premesse per un nuovo cambiamento. E questi segnali sono già sotto gli occhi di tutti noi.

Il primo segnale è la cosiddetta insoddisfazione degli indignati della politica (se così li vogliamo chiamare) ossia grillini, popolo viola, no tav, eccetera. Il loro unico comune denominatore è la disaffezione alla politica, dimostrata poi ad ogni turno elettorale politico o amministrativo attraverso il non voto, il voto di protesta e la crescita dei movimenti a discapito dei partiti tradizionali.

Il secondo segnale è l'attività magistratuale in fermento per varie indagini che vanno dagli scandali dell'ex premier Berlusconi (Rubygate, Lodo Mondadori, caso Mills, diritti televisivi, inchiesta Mediatrade di Roma, ecc.) alle tangenti (ENAV - ndr da ieri, 6 marzo 2012, lo scandalo tangenti al Pirellone con la Presidenza della regione quasi azzerata dopo le indagini a carico di Boni della Lega Nord) e ai finanziamenti illeciti ai partiti (affaire Bisignani, Finmeccanica e dal 6 marzo 2012 probabilmente anche la Presidenza della Regione Lombardia con il caso Boni).

Il terzo segnale è la crisi del bipolarismo, che ritengo non perfetto e i cui difetti si sono manifestati negli ultimi mesi a seguito della crisi italiana.

Quarto segnale, che anch’esso ulteriore analogismo con gli anni 90, è la crisi economica che sta attanagliando l'economia che nel lungo periodo può creare un'instabilità politica più marcata.

Il quinto segnala riguarda invece il ruolo dell’Unione Europea che nel biennio della Seconda Repubblica aveva avuto un ruolo minore. L’Europa è entrata a pieno titolo nelle faccende personali di ciascun Stato membro e questo sarà sicuramente il cuneo che farà breccia per il ricambio politico italiano, sia nelle ideologie che nei fatti.

Manca l'ultimo segnale, ma è solo questione di tempo, ovvero una legge elettorale che possa davvero dare un taglio netto tra la Seconda e la ormai imminente Terza Repubblica.

Questa legge elettorale è ancora ad uno stato embrionale dove da una parte c'è il PDL che spinge ad un mantenimento del cosiddetto porcellum e dall'altra un PD e una sinistra che spingono ad un mutamento.

Il problema è piuttosto il cosiddetto Terzo Polo, non a caso chiamato in questo modo, che probabilmente spinge a ricreare quello che fu il ruolo della Democrazia Cristiana nella storia italiana. La sua è una sfida al bipolarismo? Ancora è prematuro parlarne perché la nuova formazione è un'accozzaglia di partiti molto diversi con un unico obiettivo, tuttavia di breve durata almeno fino alle prossima tornata elettorale.

E’ indubbio che i prossimi mesi di politica italiana, oltre a servire ad uscire dalla crisi, saranno incentrati al creare una legge elettorale che sia quanto più rappresentativa delle parti sociali del paese.

Dal punto di vista della classe dirigente, i dati vengono ribaltati rispetto al biennio 92-94 dove c’è la riappropriazione del potere da parte di avvocati e giuristi a discapito di altri settori produttivi italiani. Basti guardare le composizioni parlamentari di Camera e Senato per averne conferma.

Siamo davvero all’alba di una Terza Repubblica?

I partiti tradizionali lo negano, ma in cuor loro sanno che le premesse ci sono tutte e dovranno fare i conti elettorali contro la disaffezione e l'indignazione di tutti quei movimenti che come non mai stanno facendo la voce grossa verso una classe politica ritenuta inadeguata, autoreferenziale e immutata nei propri privilegi.

Se questo “partito” del voto di protesta dovesse crescere ancora più e non rimanere ad una fase embrionale come si può constatare sui social network italiani (in primis Facebook, poi segue Twitter), è indubbio che l’Italia volterà pagina ancora una volta con il pericolo che venga invasa da attori del tutto privi di esperienza politica a livello nazionale.


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