“A da’ venì baffone!” gridavano quelli che si erano messi a capo degli umili e degli sfruttati, per guidare il loro riscatto sociale e civile.
E venne baffone! In Ungheria c’era già stato; ed anche a Praga; e per fortuna che il fronte di Vienna resistette anche a quel terribile urto, a quella marea disumana che si chiama comunismo. Ma questo si seppe solo dopo, quando cadde la cortina di ferro, e con esse la retorica e l’ipocrisia di un regime che avrebbe dovuto riscattare il proletariato e invece aveva ucciso e travolto proprio gli umili, calpestando la loro dignità ed esaltando i protervi travestiti da capipopolo, con la tessera comunista ed egualitaria in tasca, ma bramosi di potere quanto i capitalisti, ma molto, molto più assetati di sangue, spietati, senza scrupoli e senza Dio (parlo di Stalin, di Mao Tse-Tung, di Fidel Castro, di Ceacescu, di Honecker, ecc. ecc.; l’elenco è solo indicativo e rappresentativo).
E quando sento alla TV Landini, snocciolare a favore degli operai e contro i capitalisti, quegli stessi slogans di 40 anni fa, le fiamme del passato sembra stiano per avvolgermi ancora e per un momento l’antico sdegno sembra fremere in me, a favore degli ultimi, degli umili, dei poveri e contro i prepotenti ed i protervi di ogni tempo.
Ma è solo un attimo. Poi rifletto. E mi chiedo: ma cosa c’è, di concreto, dietro quegli slogans? Qual’è il modello che il segretario della FIOM propone in alternativa al capitalismo rampante e neo-liberista di Marchionne che, comunque sia, promette almeno posti di lavoro e benessere materiale?
Se il suo modello è il comunismo, allora io rispondo: “No, grazie! ”
Tanto più che i comunisti (ad esempio i cinesi) sono proprio gli stessi che hanno imposto a Marchionne di tentare il tutto per tutto, chiedendo l’abolizione della lotta di classe e della contrapposizione operai-capitalisti, per cercare di arrestare, insieme, la spietata avanzata dei capital-comunisti dagli occhi a mandorla.
Se invece Landini proponesse una terza via, che superi la contrapposizione delle classi sociali, non più in nome di ideali che si sono mostrati un rimedio peggiore del male che volevano combattere (parlo del comunismo “falce e martello” e del capitalismo che idolatra il “dio quattrino”), mettendo al centro del sistema economico l’uomo, con i suoi bisogni, con le sue irrinunciabili istanze di libertà (anche e soprattutto economiche) e se, riconoscendo la proprietà privata, inneggiasse alla dignità dei lavoratori in nome di Dio e del Vangelo, allora, forse mi infiammerei ancora; e con me molti altri si infiammerebbero ancora.
Ma pur avendo seguito l’intervista di Landini per tutta la mezz’ora di durata del programma di Lucia Annunziata, credo di aver capito che dietro quegli giusti slogans ci sia il vuoto ideologico; o peggio ancora, un’ideologia che la storia ha condannato definitivamente e che sarebbe meglio abbandonare a favore di altre vie.
Sempre che si voglia veramente il riscatto degli umili e non, dico per dire, occupare poltrone e posti di comando. E sempre che quegli umili,(cioè il popolo), vogliano davvero seguire i tuoi passi e non, dico per dire, tenersi un posto di lavoro sicuro e veramente dignitoso.