Marco Bartolocci Regalidea Torino 81
Lo Sport non è mai stato come la matematica. Non basta scrivere la formula Squadra forte > Squadra debole per avere la certezza del risultato. Un vecchio adagio recita: la matematica non è un opinione. Vero, ma lo Sport lo può diventare. Non sempre vince la squadra tecnicamente superiore, né si può mai sapere cosa succederà al termine di una gara. Si può soltanto giocare e dare il meglio di sé stessi. Se alla fine sarà stato sufficiente per vincere si potrà esultare, sennò si verrà rimandati ad un nuovo esame.
La Regalidea Torino81 l’esame non lo ha passato. Di fronte c’era il Telimar Palermo, squadra buona, ma di certo non formata da fenomeni. I piemontesi avevano tutte le carte in regola per vincere e dovevano fare risultato. I pronostici erano tutti per la squadra di coach Risso, ma qualcosa è andato storto. Qualcuno la chiamerebbe presunzione, altri si appellerebbero ad un pizzico di sfortuna, altri ancora darebbero grande merito agli avversari. La realtà – come sempre – sta un po’ nel mezzo. All’andata Torino si è letteralmente suicidata. Davanti di +3 a metà del terzo parziale, Simone Aversa e compagni hanno creduto di essersi già portati a casa Gara-1. Errore. Grande errore. Lo ha confermato anche il vicepresidente Mattia Aversa: “La partita l’abbiamo persa noi, non l’hanno vinta loro”. Nel ritorno è stato bravo il Palermo a concretizzare le opportunità avute ed a non farsi rimontare nel terzo parziale. Vittoria meritata? Inutile dibatterne: merita chi vince.
Adesso a Torino aspetta una nuova stagione di A2, con la speranza di un nuovo campionato da protagonista. Purtroppo il gruppo ha fallito proprio nel momento più importante della stagione ed un tempo e mezzo dell’andata sono costati il passaggio alla finale. Anche dalle sconfitte più cocenti, però, si può imparare tanto. Uscire così fa male, certo che fa male. Ma questo è lo sport.
di Edoardo Blandino
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