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La tosse dell’operaio

Creato il 12 giugno 2012 da Peppinoimpastatoproject

La tosse dell’operaio

di Pier Paolo Pasolini

Sento tossire l’operaio che lavora qui sotto; la sua tosse arriva attraverso le grate che dal pianterreno danno nel mio giardino. Sicché essa pare risuonare tra le piante, toccate dal sole dell’ultima mattina di bel tempo.

Egli, l’operaio, là sotto, intento al suo lavoro, tossisce ogni tanto, certamente sicuro che nessuno lo senta. E’ un male di stagione ma la sua tosse non è bella; è qualcosa di peggio che l’influenza.

Egli sopporta il male, e se lo cura, immagino come noi – da ragazzi. La vita per lui è rimasta decisamente scomoda; non l’aspetta nessun riposo, a casa, dopo il lavoro, – come noi, appunto, ragazzi o poveri o quasi poveri.

Guarda, la vita ci pareva consistere tutta in quella povertà, in cui non si ha diritto neanche, e con naturalezza, all’uso tranquillo di una latrina o alla solitudine di un letto; e quando viene il male, esso è accolto eroicamente: – un operaio ha sempre diciotto anni, anche se ha figli più grandi di lui, nuovi agli eroismi.

Insomma, a quei colpi di tosse mi si rivela il tragico senso di questo bel sole di ottobre.

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