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La tragedia dei migranti sui social network, tra ipocrisia e indifferenza

Creato il 04 ottobre 2013 da Tabulerase

migranti lampedusa ott 2013La mediocrità morale, da un lato, e l’ipocrisia, dall’altro, di noi italiani -di molti di noi -si evidenzia nelle tragedie e si eleva alla massima potenza sui social network. Pubblicare online una frase del genere, su un magazine che sulla rete vive, sembra un atto masochistico, quasi suicida. Tabule Rase, però, è nato per distinguersi nel marasma mediatico virtuale dove tutti si dispiacciono o infieriscono spesso senza conoscere, ignorando ma commentando  ergendosi a giudici infallibili, depositari di verità incontestabili. La rete dà lo strumento per divulgare, non solo la conoscenza, ma anche la bassezza, l’indifferenza, l’ignoranza.

Perché scrivo questo? Perché scorrendo i post sulla tragedia dei migranti a Lampedusa a stento trattengo la rabbia.

Su twitter qualcuno scrive : “Ci sono migliaia di italiani che muoiono di povertà, tanto casino per un centinaio di migranti” (cito a memoria e le parole non saranno proprio quelle esatte) e sulla nostra pagina fb sotto la foto dei morti per la cui descrizione abbiamo scelto un tweet di Lia Celi – “C’è ancora chi dà la vita per la nostra patria. I migranti”- qualcuno ha “commentato” : “.. e poi se non sono in grado di difendere la propria Patria, non vedo il motivo di volersi immolare per la nostra..” (che freddezza di analisi!).

E sempre su facebook, a partire da Saviano, si pensa subito a lavarsi la coscienza puntando i riflettori non sui cadaveri nei sacchi di plastica, ma sui soccorritori. E se ti azzardi a dire “soffermatevi sui morti” partono le critiche: “i soccorritori sono italiani di cui essere orgogliosi”… ma che c’entra??? Sono esseri umani che hanno fatto il loro dovere salvando altri esseri umani! Dovremmo stupirci del contrario!

Mi viene voglia di urlare!!!!

Pensate a chi è partito lasciando casa ( da intendersi in senso lato, che se non qualcuno risponde “e se avevano casa perché non ci sono rimasti?) e famiglia spinto dalla disperazione e con la speranza di dare ai figli un a vita non lussuosa ma almeno dignitosa. Pensate a chi è bruciato vivo o annegato con nemmeno la consolazione di aver potuto salvare il proprio bambino… pensiamoci e vergogniamoci! Senza commentare inutilmente, vergogniamoci e basta. C’è sempre qualcuno che si difende “Perché mi dovrei vergognare? Che colpa ne ho io?”. Tutti ne abbiamo colpa, chi più chi meno!

Tutti. Più di ogni altro chi ha il potere di poter cambiare le cose e non lo fa , leggi Stato Italiano e soprattutto Europa. Lo Stato italiano, le istituzioni italiane perché perse, come sappiamo tutti, a districarsi nelle pagliacciate (come quella dei giorni scorsi) perché non hanno tempo né voglia di imporsi all’Europa e quest’ultima perché se ne lava le mani peggio di Pilato.

È una vergogna, lo ha gridato anche Papa Francesco (pure con lui se la sono presa sui social), per TUTTI la morte di innocenti nella indifferenza totale della politica nazionale e internazionale.

Io mi vergogno per  quei morti, uomini e donne partiti da lontano, fuggendo dalla miseria e che nella nostra terra hanno trovato un cimitero. Mi vergogno perché non posso fare niente se non urlare o dare una mano ai ragazzi spauriti, migranti, che incontro in stazione e che chiedono con gentilezza e umiltà una indicazione o una sigaretta. Con quegli occhi grandi, liquidi di una tristezza infinita.

E ho in mente gli occhi di Sophien quando mi ha raccontato della sua terra : “L’Italia è bella ma il mio cielo è più azzurro, il mare più trasparente e ci sono tanti fiori”. Mi viene di dare un pugno contro il muro pensando ai ragazzi come lui che hanno perso la vita con negli occhi quel cielo, quel mare, quei fiori.


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