La tragedia di un uomo ridicolo

Creato il 12 giugno 2011 da Robydick
1981, Bernardo Bertolucci.
Primo Spaggiari è titolare di un caseificio nel parmense. Il giorno del suo compleanno vedrà, pur da molto lontano, rapire il figlio, grazie al binocolo che proprio il figlio gli ha appena regalato insieme ad altra roba per fare il capitano sulla barca appena acquistata. Si accorderanno alla fine per un riscatto da un miliardo, ma non si capirà a un certo momento se il figlio è morto o meno.
C'è un po' tutto quello che ci si aspetta da una storia così: Primo che è anche ex partigiano si chiede del senso della sua vita; la moglie disperata ma lucida è disposta a tutto per il figlio; si scopre che il caseificio non va poi così tanto bene; forze dell'ordine e giornalisti a creare ulteriori menate. Variabili imprevedibili, anche per Primo, sono La fidanzata del figlio ed un suo caro amico, entrambi alle sue dipendenze, che lo aiuteranno seppure con comportamenti estremamente ambigui. Quando sembra essersi convinto che il figlio è ormai morto in mano ai rapitori cercherà di volgere almeno qualcosa, di quella situazione, a suo vantaggio... e qua mi fermo, toglierei tutta la sorpresa a chi non l'ha visto.
E' lo stesso Primo a dirci che quel finale non si capisce che significa. Può voler dire tante cose, e capirai!, son qua che tremo. Non ci dormirò la notte? Forse, ma per i troppi sbadigli durante il film. Non finisce nell'Ade questa rottura immane di gonadi solo per alcuni Sussulti, ecco li definirei così, impressi alla vicenda dal grandissimo Ugo Tognazzi, attore che incantava anche a recitare scoregge. Fu premiato a Cannes per questa interpretazione (solo lui, non il film, nota bene...).
E mi fermo anche sul film a parlare dai, meglio che non proseguo oltre, e meglio pure che non proseguo a vedere film di Bertolucci, non ne posso davvero più. Qua c'era una storia importante, scritta da lui stesso, mica da altri. Si poteva fare qualcosa di teso, drammatico, tranciante!, e invece c'è mollezza, non so, proprio non va a fondo da nessuna parte e quel finale a me è risultato inutile, fin risibile.
Consigliato? Se come me amate Ugo Tognazzi, che lui sì non è ridicolo mai, toccherà vederlo anche a voi.
Giusto qualche frame...





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