La tragedia e il libro di Schettino: spettacolare evoluzione di un sistema mal-mediatico

Creato il 19 marzo 2012 da Elvio Ciccardini @articolando

Che la società moderna viva di tragedie è una constatazione che, volenti o nolenti, non è difficile fare. Ci sono persone che ottengono una celebrità tale dalla loro morte da far impallidire e crepare d’invidia qualsiasi nuovo personaggio televisivo…

La parola d’ordine sembra essere “nessuna pietà”, per la vittima, per i familiari e gli amici e per il pubblico. A giovarsene, come sempre, sono i carnefici che, tra avvocati, libri scritti, interviste e poca galera sembrano spassarsela.

Non è il caso della tragedia del Concordia, poiché un errore di manovra, seppur colpevole, non è un omicidio, anche se ha provocato morti. O almeno non lo è nell’accezione cruenta della violenza diretta dell’uomo contro l’uomo. Però la giostra mediatica non cambia. Interviste, donne che prima sono amanti, poi amiche, poi non si comprende bene.

E noi tutti siamo attaccati ad un filo comunicativo che, a volte, condanna, altre racconta, altre ancora interpreta. Alla cronaca si sostituisce la passione per la soap opera.

Oggi i telegiornali danno la notizia dell’uscita di un prossimo libro del Comandante Schettino. Ne prendiamo atto. Ma siamo sicuri di essere consapevoli che quello della Concordia non è che una sola delle tante tragedie che avvengono quotidianamente nel Mar Mediterraneo? Siamo sicuri che tutti gli altri morti e dispersi non meritino attenzione? L’unica volta che ho provato a porre questa domanda, mi è stato risposto: ma quelli sono profughi!

Come se la condizione di profugo si sostituisca a quella di esseri umani! E’ il non senso dell’inciviltà.

Quanti libri di storie personali potremmo leggere, fatti di sangue, speranze infrante, sogni, e non li leggiamo. Quante pagine d’inchiostro mai scritto potrebbero farci riflettere sulla dimensione non spettacolarizzata, ma umana, della vita e del viaggio in mare?

Il Mediterraneo non è solo culla di civiltà. E’ anche tomba per molti marinai che sono ignorati e resi invisibili da paraocchi mediatici che, ormai, ci sovrastano.

Il mare restituisce il 3 Aprile 2011, solo 68 cadaveri di altri profughi diretti dalla Libia in Italia. Complessivamente erano 250. Il 28 Aprile 2011 ben 320 profughi libici scompaiono facendo rotta verso l’Italia. Qualcuno ha il plastico dell’imbarcazione?!?! No, non farebbe la stessa figura del Concordia in miniatura.

Il 2 Giugno 2011, vicino a Kerkennah un’imbarcazione con 800 persone ha un guasto. Si salvano in molti. Ma non tutti. Mancano all’appello 250 persone. Qualcuno ha un video amatoriale da mostrare in televisione? No, perché anche questi erano profughi.

Al largo dell’isola italiana di Lampedusa il 7 aprile 2011 un barcone si spezza in due. 213 persone annegano e svaniscono senza lasciare traccia. Finiranno come mangime per pesci!

Abbiamo passato almeno un mese a vedere una nave inclinata e arenata sulla scogliera dell’isola del Giglio. Abbiamo emotivamente provato dispiacere per la brutta avventura dei superstiti e commozione e dolore per le vite spezzate. Abbiamo anche provato interesse per le presunte o reali faccende romantiche del Capitano.

Ma siamo altrettanto pronti a provare pietà e interesse per i “nessuno” che si perdono nel disinteresse umano? La risposta è no, perchè altrimenti qualcuno ne parlerebbe.

Allora scusate se non proverò interesse per il libro di Schettino!


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