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La tragedia in porto. Una case study di giornalismo partecipativo per Il Secolo XIX

Creato il 19 maggio 2013 da Thegoodones

Durante la giornata dell’8 maggio, la terribile “tragedia in porto” a Genova raccontata da Il Secolo XIX ha avuto una grande cassa d risonanza grazie ai social media che hanno permesso alla community ligure della testata di partecipare attivamente alla notizia.

La tragedia in porto. Una case study di giornalismo partecipativo per Il Secolo XIX

Il sito de Il Secolo XIX ha registrato il record di utenti unici. Tra i referenti, Facebook si è posizionato al 3° e 4° (mobile) posto e Twitter al 9° e al 10° (mobile). La pagina di Facebook ha registrato un picco di nuovi fan e i post hanno raggiunto record di commenti e condivisioni.

Dal punto di vista della gestione dei social, i fattori determinanti di questi risultati sono stati innanzitutto la tempestività nel rilanciare le notizie su Facebook in sinergia con il lavoro della redazione web, in secondo luogo il tono e il linguaggio in empatia con la sensibilità della community e non per ultimo l’aver dato valore ai commenti e ai contributi (foto e video) dei lettori de Il Secolo XIX.

Nello specifico, abbiamo pubblicato la notizia la notte stessa dell’accaduto, evidenziando i primi contenuti presenti sul sito e il lavoro della redazione.

Ci siamo commossi insieme ai lettori non potevamo dare le notizie in modo asettico e formale, ma abbiamo sempre rispettato la professionalità della testata.

Abbiamo messo in evidenza i contenuti del giornale, rendendoli condivisibili su Facebook, utilizzando al meglio immagini e fotografie per spiegare cosa stava succedendo.

Abbiamo dialogato con tutti i lettori su argomenti e domande di interesse comune e abbiamo risposto puntualmente a quelle specifiche.

La tragedia in porto. Una case study di giornalismo partecipativo per Il Secolo XIX

Un momento tragico per Genova e l’intera comunità ligure che ha unito il cuore dei lettori a quello dei giornalisti, oltre il “giornalismo partecipativo”.


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