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La trama del matrimonio

Creato il 10 dicembre 2011 da Robomana
La trama del matrimonioCome si potrà capire dalla testata qui sopra, ho finito di leggere La trama del matrimonio di Eugenides e come si potrà comprendere dal fatto che l'ho scelto per farne l'immagine del blog, mi è piaciuto parecchio. Mentre lo leggevo, per molti e lunghi tratti, non sapevo bene cosa pensarne, lo trovavo fin troppo controllato e preciso, oggettivo e distante (perché mai, mi chiedevo, dovrebbe essere interessante una storia che si fonda sul contrasto tra strutturalismo e critica letteraria tradizionale, Umberto Eco contro Jane Austen, Derrida contro George Eliot?). Poi, poco per volta, con un tecnica che si insinua in modo controllato, con piccole, perfette digressioni e mescolamenti temporali che danzano scambiandosi continuamente di posizione, tra presente, passato e ritorno, in lunghi capitoli scritti d'un fiato, con pochi paragrafi e pacate riflessioni sulle reazioni emotive dei protagonisti agli eventi delle loro vite, il romanzo mette in chiaro il suo obiettivo, presentando in chiave strutturalista i frammenti di un discorso amoroso di derivazione vittoriana (la chiave di tutto è Roland Barthes e la soggettiva verità del suo oggettivo ragionamento sull'amore), con la trama del matrimonio che diventa insieme modernista e classica, naturalmente coinvolgendo tre personaggi, la protagonsita femminile e i due rivali, oltre ai dubbi, le passioni, i tentennamenti, le paure che un impegno sentimentale coinvolge. Come scrivevo qualche settimana fa, il romanzo è molto simile a La vedova incinta di Amis: ma quello che per Amis era un lavoro di riscoperta della letteratura inglese dell'Ottocento, trasformata in materia viva e pulsante anche al di là delle sue effettive presenze, un patrimonio così comune di storie e personaggi e trame da diventare altro da sé, rimontaggio libero di esperienze universali, per Eugenides diventa un lavoro di costruzione della trama romanzesca, oltre l'evoluzione del gusto letterario nel XX secolo e alla ricerca degli elementi che rendono le storie immortali, trovando finalmente un senso alla letteratura americana d'ambientatazione universitaria, sempre popolata da giovani intellettuali speranzosi, mediamenti ricchi e un po' antipatici. La letteratura serve per costruirsi un'immagine di felicità, ché quella, la felicità intendo, nessuno la trova, specie se prova a farla coincidere con i sogni del lettore, con le riflessioni del filosofo o con le ricerche dello scienziato, ovvero con il lavorio mentale inutile ma inevitabile dei tre personaggi del romanzo. Come in fondo scrive Eugenides: "Non c'è felicità nell'amore, tranne che alla fine di un romanzo inglese".

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