Magazine Cinema
Recensione scritta per Storia dei film
Italia 2014Sceneggiatura di Sabina GuzzantiRegia di Sabina GuzzantiCon Enzo Lombardo, Sabina Guzzanti, Sabino Civilleri, Filippo Luna, Franz Cantalupo
Trama: il film indaga l'accordo tra lo Stato e la mafia, avvenuto a seguito delle stragi di Capaci e via D'Amelio del 1992 in cui persero la vita i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, e sul quale è attualmente in corso un processo penale.
La trattativa è uno di quei film necessari, che fanno bene alla storia dell'Italia. Faranno dire ai posteri: beh, non tutti gli italiani sono stati completamente incosci della corruzione e della mafia che distruggevano il paese. Alcuni hanno sì scelto di voltarsi dall'altra parte, ma altri hanno scelto di combattere informandosi ed informando. L'onore di rientrare tra questi ultimi va senza dubbio a Sabina Guzzanti, la quale, scioccata dalle prime rivelazioni giornalistiche sull'accordo tra lo Stato e la mafia avvenuto all'indomani delle stragi di Capaci e di via D'Amelio (maggio – luglio 1992), ha deciso di documentarsi sulle inchieste e sugli atti del processo, per comprendere almeno una parte di verità. Infatti, se da un lato è vero che si tratta di una verità piena di lacune che il processo penale attualmente in corso non ha ancora saputo colmare, dall'altro lato è parimenti vero che molte testimonianze sono state rilasciate e molti documenti sono stati trovati, il che ha permesso di arrivare almeno ad una parziale verità. Nel film di Sabina Guzzanti quest'ultima viene ricostruita molto attentamente, evitando di lanciare accuse o prendere posizioni non suffragate dagli atti giudiziari pubblici. Per compiere questa operazione la regista utilizza un triplice strumento: innanzitutto proponendo filmati dell'epoca, che suscitano sempre terrore e commozione; poi mostrando interviste ai diretti interessati, tra cui politici e pubblici ministeri; infine, realizzando la messa in scena teatrale di alcuni eventi ad opera di attori o, meglio, di “lavoratori dello spettacolo”, una definizione molto significativa che richiama il film di Elio Petri Tre ipotesi sulla morte di Giuseppe Pinelli del 1970 e che marca l'impegno civile assunto dalla regista e dalla sua troupe. Si scopre così una fitta trama di interessi riguardanti mafiosi, politici, agenti dei servizi segreti, massoni e forze dell'ordine, categorie che, sin dalla nascita della Repubblica Italiana, hanno influenzato la storia del nostro paese, piegandola per il proprio vantaggio. Non a caso, La trattativa ricorda anche, attraverso le immagini del film di Francesco Rosi Salvatore Giuliano, la strage di Portella della Ginestra, avvenuta nel 1947, legata con un filo invisibile a quelle del 1992 per l'esistenza in ambedue i casi di un accordo tra lo Stato e la mafia. Alla fine del film, non resta altro che l'amaro in bocca, anche in chi non è completamente a digiuno di questi fatti, poiché si sperava che la verità fosse, per quanto possibile in una storia così piena di sangue e morte, meno terribile. Tuttavia, oltre all'amaro, c'è qualcosa in più, qualcosa che possiamo senza esitazione definire paura, allorché si comprende che, se il passato è grigio e sfumato, il futuro appare nero pece.
"Cos'è la trattativa? Quello che ci hanno detto i mafiosi? O quello che non ci hanno detto i politici?"
Voto: ♥♥♥
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