Molti potrebbero pensare che una nuova nazione è nata in Piazza Maidan a Kiev. Una nazione dove tutti gli ucraini sono uniti nel desiderio di divorziare dalla matrona Russia e ritornare alla corte di Europa e che solo il loro leader fuggitivo Viktor F. Yanukovich, supportato e bullizzato dai suoi padroni del Cremlino, era contro al pensiero di una Ucraina libera nell’Europa unita.
Questa favola moderna con tanto di martiri caduti nel segno della libertà sfortunatamente non ha molta relazione con la realtà.
Un sondaggio dei primi di dicembre mostrava che il numero di cittadini ucraini favorevoli a più vicini legami alla Russia era uguale a quello a favore di più stretti legami con l’Unione Europea.
Le divisioni regionali sono profondamente radicate nella società ucraina e l’entusiasmo delle proteste di novembre, seppur meno veementi di quelle di questi ultimi giorni, non aveva mostrato nessun segno di erosione delle alte barriere interregionali.
Le percentuali parlano chiaro. Il 37 % degli intervistati di tutta l’Ucraina, preferiva l’accordo con l’Unione Europea mentre il 33% optava per l’unione doganale con la Russia. Nelle regioni occidentali, la proporzione era 73% a 5% mentre il 46% dell’est e il 62% del sud del paese era favorevole al “matrimonio” con la Russia piuttosto che con l’Europa.
Anche se i leader e le opinioni pubbliche Occidentali convergono le loro affinità verso la folla di milioni di cittadini di piazza Maidan, loro stessi devono ricordarsi che nel 2010, 12, 5 milioni di ucraini hanno votato, sotto gli occhi degli osservatori elettorali dell’UE, per Viktor F. Yanukovich come presidente e per il suo programma di restaurare più stretti legami con la Russia.
Il fuoco, i morti e le devastazioni di Kiev di questo scorcio di febbraio, probabilmente hanno diviso più che unito.
Non ha caso la prima telefonata di Angela Merkel, dalla dipartita del presidente eletto Yanukovich, è stata fatta al numero dell’ex – premier liberata Yulia V. Tymoshenko e aveva come messaggio centrale : “lavora per unire gli ucraini”.
La seconda telefonata della Cancelliera tedesca è stata al Cremlino al presidente russo, Vladimir Putin e suonava più o meno così: “lavoriamo insieme per mantenere l’integrità territoriale dell’Ucraina”. Un messaggio ovviamente diretto al fuggitivo filo – russo presidente Yanukovich.
Katherine Ashton, capo della diplomazia dell’UE, sarà oggi a Kiev sforzandosi probabilmente di ribadire questo importante messaggio: “Trovare un accordo tra governo, opposizioni e partner internazionali, altrimenti ci saranno due Ucraine: una Made in EU e un’altra Made in Russia”.
To be continued …