Sottotitolo: La mia Smart è lunga quasi quanto la tua macchinetta ma la mia è fatta di metallo. La tua di alluminio.
Trullalero Trullallà.
Infiocchettata e profumata come un panettone da 3 chili e mezzo, con uvetta e glassatura al cioccolato, me ne vado in garage a riprendere la mia fantastica e intelligentissima MicroMacchina.
Apro il garage con la chiave inguainata in un coprichiave dei Barbapapà rosa, soprannominato amorevolmete Barbacappella (si, la forma…) e rapidamente evito l’assalto delle zanzare, scivolo al posto di guida con saltello per entrare nella piccola autovettura, esco dal garage e riscendo per chiudere la porta.
Un “Ciao Ale” troppo garrulo mi assale alle spalle.
E’ la Piccola Vicina, 17anni e dimostrarne 23, figlia della mitica Robby, lei che constatando il mio colorito lunare mi ha confessato che si abbronza quando pulisce i vetri, che apre con sicurezza il suo garage per tirare fuori la sua macchinetta elettrica. Per un attimo ci scrutiamo.
Mi fa “Ale non ti ci vedo proprio – ride – è una macchina da gggiovane”
Scusa… che?!
Vorrei controbattere con la mia teoria che è più vecchia lei, data la quantità di cazzi esaminati con una velocità che nemmeno Brooke ha avuto, ma evito.
Salgo nella macchina, giro il volante e lei… di botto esce da garage.
Che ci mancano due cazzi che la piglio. In pieno.
Mi sporgo, mi altero, le dico, “Oh! che fai” e lei sorridendo come un’ameba mi fa “ho fretta”
Eccerto, perché io no invece.
Sfreccia.
Mi taglia la strada.
Ma usciamo tutte e due. Mi dico che non posso sporcarmi il Karma, non ora.
Sorrido, guido, me ne vado.
Fine primo tempo.
Dopo 3 giorni, stessa scena, condita stavolta da sorriso beffardo e temporeggiamento in garage.
Mi faccio il conto: in macchina non ho il crik, ma il compressore per le gomme è pesante lo stesso.