Questa entra di prepotenza in rubrica! Da un articolo sulle restrizioni al fumo del narghilé in una pubblicazione online:
Nel XVI Secolo, dopo la morte di un pascià che, considerando tabacco e caffè alla stregua di pericolose droghe, aveva pensato bene di vietarne il consumo, i Turchi ricominciarono a fumare in piena libertà, anche in modo eccessivo. Al punto che, notoriamente, a loro è spettato, nei secoli successivi, il famoso primato, sfociato poi nel detto comune: "fumare come un turco".[...]
Un' iniziativa, quella del Governo, che ha tutto il sapore di una vera e propria rivoluzione. Nel Paese, infatti, accendere una sigaretta è sempre stato un gesto comune, considerato alla mercé di un diritto. Il popolo turco, nel vizio del fumo, si è sempre riconosciuto, al punto da individuarne il principale tratto identitario.Eggià, il "Paese della sigaretta accesa..." (il tono dell'articolo è serioso, non si tratta di una battuta!).
Ma che ci si può aspettare da chi scrive che:
Tuttavia, nonostante la sua storia secolare, nelle principali città del Paese, dai quartieri occidentali di Ankara fino alle zone arabe di Istanbul, passando per le strade rurali, i turchi sembrano rispettare il divieto. ?
Le "zone arabe" di Istanbul? Mah, io ancora non sono riuscito a scoprire quali sono: chi mi dà qualche suggerimento per trovarle?
Questa voce è stata pubblicata in disinformazione, Istanbul, Turchia. Contrassegna il permalink.