A forza di descrivere la Turchia – selezionando con cura notiziole e fattarelli – come un mix di Arabia saudita e Cile di Pinochet, poi i risultati sono quelli che leggerete in questa serie di post; sulla fonte – il blog “Le persone e la dignità” e Monica Ricci Sargentini del Corriere della Sera – ci torno quando avrò un po’ di tempo in più:
Non si può certo negare che in Turchia sia in atto un tentativo di ritorno al pre-Ataturk, ma basta averla girata un po’ e aver parlato un po’ con gli abitanti, per rendersi conto che in realtà si tratta di una manovra squisitamente di politica interna.
Non dimentichiamo che la Turchia è notevolmente diversa fra le coste dell’Egeo (Istanbul, Smirne, Dalaman) e l’Anatolia centrale ed orientale.
Erdogan sta utilizzando la religione per rafforzare il proprio potere politico e per farlo utilizza l emasse povere e poco acculturate della Turchia orientale.
Non credo che per noi italiani, che per oltre 40 anni siamo stati governati da un partito che aveva fatto di questa commistione la stessa sua ragion d’essere, ciò sia una novità.
Inoltre non dimentichiamo che la Turchia, respinta dall’UE, a torto o a ragione, da anni sta orientandosi a divenire la potenza guida del Vicino Oriente islamico. Quindi la reislamizzazione è vista anche quale strumento di leadership.