Così chi avesse voglia di fare un bagno nella frazione marina di Castel di Tusa, alla spiaggia delle Lampare, Bandiera Blu 2015, non avrebbe grandi problemi. Ed è pure più vicina Palermo, a una novantina di chilometri, mentre il capoluogo Messina è a più di 140 km di distanza.
Ma basta questo? Intendo dire, è sufficiente la relativa vicinanza tra il capoluogo dell'Isola e Tusa per spiegare perché questa cittadina di 3.000 abitanti, la greca Alesa Arconidea, sia diventata la vera capitale della "rivoluzione" di Crocetta? Eh già: il governatore siciliano sotto pressione mediatica, giudiziaria (?) e politica, è ora in vacanza a Vulcano, ma nei giorni più duri e intensi del fuoco incrociato per l'affaire Borsellino era rintanato proprio a Tusa. Dove, diceva Baldo Gucciardi, l'uomo del Pd che contemporaneamente sostituisce ad interim Crocetta e la stessa Lucia Borsellino, il presidente passava il suo tempo «provato, ma sereno».
E da Tusa tuonava in diretta televisiva. Da Tusa diramava i suoi ormai immancabili comunicati stampa. A Tusa studiava le mosse per riprendersi la scena e scacciare i fantasmi della sfiducia. Ma perché Tusa? Perché non la stessa Palermo o, più logicamente, la "sua" Gela?
Tano Festa, "Monumento per un poeta morto (Finestra sul mare)", 1989
L'equazione è semplice: il legame tra Tusa e Crocetta si chiama Antonio Presti, imprenditore geniale, grande mecenate contemporaneo, un uomo capace di creare quasi trent'anni fa Fiumara d'Arte, uno dei più grandi musei all'aperto, nel letto del fiume ("a carattere torrentizio", come scrivevano i sussidiari delle medie) Tusa, con nomi del calibro di Tano Festa, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mauro Staccioli, Hidetoshi Nagasawa. Un imponente parco di sculture contemporanee, un'iniziativa senza precedenti, nata anch'essa con il sigillo dell'attivismo antimafia. Ma pure un caso giudiziario, perché per alcuni (politici, tra cui Rutelli quando era "verde", e magistrati) si trattava addirittura di un abuso edilizio. E volevano demolire le opere. Adesso le cose sono cambiate: nel 2006 il governo regionale ha varato pure un provvedimento ad hoc, la legge 6/06 dal titolo "Valorizzazione turistica - Fruizione e conservazione opera di Fiumara d'arte". Testuale.Ormai il percorso culturale di Tusa è una realtà internazionale, insieme all'altra alzata d'ingegno di Presti che, quando le cose si stavano mettendo male a Fiumara, si è inventato Atelier sul Mare, un hotel esclusivo con altre opere d'arte e stanze a tema.
Ecco, torniamo a Saro: in quell'albergo così singolare c'è una camera tutta per lui, riservata, con tanto di iniziali sulla porta (una volta, due anni fa, ha dovuto lasciarla per ragioni di sicurezza, cioè per non creare rischi agli altri ospiti). E Antonio Presti è uomo di punta del côté di Crocetta, al punto di candidarsi nel 2013 al Senato nella lista del Megafono, dietro il grande sponsor dell'operazione crocettiana, cioè Beppe Lumia. Lo stesso presidente aveva pensato al mecenate come assessore regionale alla Cultura, nel grande valzer delle poltrone che ha caratterizzato (e/o caratterizza) l'esperienza governativa dell'ex sindaco di Gela da quando è approdato a Palermo. Quindi non c'è solo l'arte, o la cultura, o l'antimafia. No, c'è anche la politica: a Tusa, alle regionali del 2012 vinte da Crocetta, il Megafono è stato il primo partito, e pure con distacco. Prese il 36,688%, 525 voti, ben più della metà di tutti i voti della coalizione di centrosinistra nella cittadina. La prima uscita pubblica, dopo l'elezione, Crocetta la fece proprio a Tusa, all'Atelier dove aveva piazzato il suo quartier generale in campagna elettorale. E Rosario "Saro" Crocetta da Gela è ormai pure cittadino onorario di Tusa. Con tanti ringraziamenti per la pubblicità dal sindaco Angelo Tudisca, un avvocato ex Udc che ora figura nella direzione nazionale di Italia Unica, il movimento di Corrado Passera.