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Però. La cosa atipica per un amante del fumetto quale stoltamente credo di essere (e lo dico mostrando tutto il mio rispetto per questo favoloso mezzo narrativo), è quella di non essere mai stato un adoratore delle creazioni di Magnus e Bunker, alcune prettamente per ignoranza e scarsa frequentazione (Satanik, Kriminal ad es.), altre per affiatamento solo superficiale (Alan Ford). Mettiamoci anche la poca affinità con la scansione della tavola a due vignette e il gioco è fatto. Lo so, per molti è eresia, e che vi devo dire? Verrò scomunicato e pace.
Partendo da questi presupposti non era per me così scontato arrivare alla conclusione che il Texone di Magnus è una Mervaglia con la m grande. Tutti sapranno che questa è stata l'ultima monumentale fatica di Roberto Raviola, in arte Magnus, prima della sua morte, opera che è costata il duro e certosino lavoro del disegnatore bolognese per un arco di ben sette anni, tanto c'è voluto a mettere il punto a La valle del terrore, nono appuntamento dedicato al Tex gigante.
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Magnus ci lascia una storia da ammirare e riammirare, uno dei Texoni dove la qualità delle matite, sempre altissima, risulta tra le più omogenee e priva di qualsiasi caduta di tono. Il livello di dettaglio, di studio e di impegno messo in ogni tavola è semplicemente spaventoso, il tasso di realismo spropositato. Ad esempio nel Texone di Magnus piove da uscirne bagnati, non ci si crede, è possibile perdersi nelle stanze, tra gli arredi, nelle trame e nei tratteggi per minuti interi per ogni singola tavola. I volti di Magnus, così caratterizzanti, pensavo potessero stonare o risultare fuori luogo in una storia texiana e invece ne arricchiscono il mito piegandosi umilmente alle esigenze di quella che è una storia di Tex con tutti i crismi baciata inoltre da una delle più intriganti sceneggiature di Nizzi che permettono a Magnus di cesellare ottime cose anche a livello di atmosfera e tensioni creando umori vicini anche a un certo gotico americano (o almeno così mi è sembrato).
Un albo rispettoso e allo stesso tempo fuori dagli schemi in maniera unica, questo è quello che dovrebbe essere il vero scopo e il giusto approccio al Texone. Mai più senza. Mai più senza quelle ombre, quelle espressioni folli, stralunate, caparbie, terrorizzate. Mai più senza quegli occhi sgranati, quella pioggia e quel vento. Uno di quegli albi da custodire gelosamente.
Voto: 10 e lode.
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