"Le lacrime non sono espresse dal dolore, ma dalla sua storia."
Italo SvevoLa misurazione del dolore nei bambini è la più difficoltosa da eseguire.
I bambini, a partire dai 2-3 anni, non hanno competenze verbali tali da poter somministrare la Scala Numerica Verbale (VNS), e tanto meno non sono in grado di compilare una Scala Analogica Visiva (VAS), prima dei 7 anni.
Solitamente ci si sorprende nel constatare quante informazioni i bambini sono in grado di darci durante il trattamento per costruire un intervento il più affine alla problematica che si manifesta.
Il dolore è un’esperienza soggettiva del vissuto emozionale e l’autovalutazione risulta essere la metodologia di indagine più attendibile.
E’ di fondamentale importanza, dunque, avere a disposizione degli strumenti che sono in grado di raccogliere tutte le informazioni possibili, anche in presenza di limitazioni verbali e cognitive.
Un metodo non verbale innovativo è costituito dalla Scala delle Espressioni Facciali.
Questa scala consiste generalmente in una serie di disegni raffiguranti diverse espressioni facciali, che rappresentano le variazioni di gravità del dolore.
Tale scala è composta da disegni di faccine con diverse espressioni:
- Sorridente (riferibile a chi non ha dolore)
- Imbronciata
- Triste
- Piagnucolosa
- Pianto disperato (riferibile a chi ha un dolore fortissimo)
Il bambino è chiamato a valutare il suo dolore scegliendo il disegno che rappresenta il livello della propria esperienza dolorosa.
In questa scala, il valore soglia a partire dal quale deve essere impostata/modificata la metodologia terapeutica di intervento è quello identificato con la "terza faccina".
Dott. Vanni Jeni