ROMA - L’apprezzato regista di documentari Bruno Oliviero sceglie per il suo debutto nel cinema di fiction la narrazione di genere, dando vita così ad un noir che ha al suo centro il tema dell’immoralità dilagante, ” La variabile umana”.
L’imprenditore Mario Ulrich viene trovato morto; le indagini sono affidate all’ispettore Monaco (Silvio Orlando) che, dopo anni di reclusione volontaria a causa della perdita della compagna, è costretto a rientrare in azione. È evidente l’intento del regista di raccontare, attraverso il genere noir, le tensioni e le ipocrisie che possono devastare un nucleo familiare, sebbene questa volontà sia in alcuni momenti esplicitata senza troppa originalità e senza un reale approfondimento.
Le belle musiche di Micheal Stevens ( “Gran Torino”) permettono a ” La variabile umana” di decollare, malgrado la pellicola non riesca a rispondere efficacemente a tutti quegli interrogativi che pure vuole sollevare.