Sul blog di Montegranaro 5 Stelle è stato pubblicato un sondaggio (http://www.montegranaro5stelle.it/wp/montegranoa-quest/) che mi piace segnalare perché lo trovo utile ed intelligente al di là del proprio credo politico. Il circolo montegranarese del movimento si e ci chiede quali siano le priorità per Montegranaro e lo fa in forma di questionario suddividendo le problematiche per aree di competenza come: urbanistica, cultura, economia e ambiente. Sotto ogni area c’è la possibilità di scegliere tra diverse opzioni indicandone due.
Confesso, e l’ho anche scritto sul questionario stesso come commento, che ho fatto fatica ad indicare solo due opzioni tanti sono i problemi che affliggono la nostra città. In realtà, però, credo che la priorità fondamentale per Montegranaro (e qui mi riallaccio alla linea guida di questo blog che è il parallelismo tra il microcosmo della nostra piccola realtà e il macrocosmo Italia) sia quella di avere finalmente una classe dirigente e politica adeguata. Abbiamo bisogno di essere amministrati da gente capace, preparata, libera da qualsiasi tipo di condizionamento. Purtroppo quello che vediamo all’orizzonte guardando verso le prossime elezioni del 2014 non è di alcuna consolazione.
Infatti, pur riconoscendo a molti di coloro che si occupano di politica a Montegranaro delle indubbie qualità morali ed intellettuali, appare chiaro che non possiamo aspettarci nessun tipo di rinnovamento perché per lo più non esiste ricambio e, laddove esso sia presente anche se in forma larvale, non appare capace di rinnovare alcunché perché evidentemente ancorato alle logiche che hanno caratterizzato e continuano a caratterizzare il modo di far politica nostrano.
La politica cittadina è occupata da “signori della poltrona” ormai da decenni: spostandosi da uno scranno all’altro essi perpetuano la loro presenza al vertice concedendo sporadicamente l’ingresso a qualche volto nuovo ma perfettamente identificabile e integrabile all’interno delle loro stesse aree di riferimento. Il ricambio o è bloccato o è fittizio, la dialettica appare congelata, il cittadino è totalmente escluso da qualsiasi forma di partecipazione democratica che non sia il voto stesso. La parte più negativa è la rassegnazione con cui il cittadino, appunto, accetta questo stato di cose e lo dà per scontato.
Manca un anno e mezzo alle prossime elezioni amministrative. Montegranaro ha sempre più bisogno di crescere in ogni senso ma la società civile non riesce a dialogare con la classe dirigente e viceversa. Occorrerebbe una brusca inversione di tendenza ma i segnali vanno in tutt’altra direzione. La domanda più consona da porsi, allora, forse non è quale sia la priorità ma quale possa essere il futuro per questa città-piccola Italia.
Luca Craia