La vera storia della famiglia Parolisi. Parla Rocco Parolisi il fratello maggiore

Creato il 21 agosto 2011 da Yellowflate @yellowflate

SFoto prelevata da gruppo Facebook

Dopo lunghi silenzi ecco che parla il fratello di Salvatore Parolisi. Rocco Parolisi dichiara”Spera che non sia vero, che l’assassino abbia un altro nome, che qualcuno riesca a provarlo.È un dramma per tutti… Se solo mi avesse detto di Melania, dei problemi, di Ludovica…”. Rocco Parolisi,  quarantanni, il secondo padre di Salvatore, il fratello maggiore, 10 anni di differenza, simile carriera, sottufficiale di polizia penitenziaria. Sulle pagine del Corriere della Sera dichiara  ”Se il carcere servirà a fare chiarezza è giusto che ci stia. Sta soffrendo molto, lo so, ci parliamo, ci scriviamo, lui mi dice di stare tranquillo che ne uscirà pulito. Ma io so che non può star bene. Conosco lui e questo ambiente e non è facile. Lui è credente, va sempre a messa, e questo lo aiuta. Ma è sempre molto molto dura”. Finalmente conosciamo la vera storia del “piccolo Tore” o di Salvo come lo chiamano i più cari amici. Una famiglia del sud, contadina, Rocco era il grande di casa, l’esempio, il “padre”, la forza, le spalle su cui tutti contano mentre Salvatore era il giocattolo di Rocco. Tore, il cocco di casa, coccolato e apprezzato dai fratelli, timido e chiuso. Nel mezzo la bella Francesca, donna di polso e carattere, la stessa che ogni sabato va dalla piccola Vittoria per metterla in comunicazione con il padre.   Salvatore raccontano in carcere ha paura, un uomo avvezzo alle armi, alla guerra simulata e reale, ora ha paura, trema, è sempre triste, cerca il fratellone e Rocco vuole esserci. Sempre il Corriere della Sera riferisce che quando Rocco ha  letto l’atto d’accusa del giudice non voleva crederci: «Ci sono rimasto molto male, un’ordinanza pesantissima. Se è fondata penso che a L’Aquila non possono che decidere di tenerlo dentro. Ripeto: se è fondata. Ma io non posso pensare che il bonaccione di mio fratello abbia potuto fare un macello del genere. Lui è un tipo che se ha qualcosa da dirti te lo dice in faccia, magari anche inopportunamente. È uno che non serba rancore, non riesco a immaginarlo assassino».

Rocco conosce Salvatore, sa quante coccole ha avuto da bambino e sopratutto conosce il suo carattere ecco che dichiara “Conosco Salvo abbastanza per poter dire che ora sta cercando conforto e dunque non mi stupisco che scriva a Ludovica. Non darei molto significato a queste lettere». Alle domande su Ludovica risponde: «Che errore! Se devo trovargli un difetto è l’omertà. Su alcune cose tace. Come su Ludovica e su Melania. Se mi avesse parlato sarei intervenuto, avrei monitorato la situazione e avrei cercato di salvare il matrimonio. E invece ha taciuto tutto, anche dopo l’omicidio, anche agli inquirenti. E così adesso è diventato bugiardo su tutto il fronte. Ti dico la verità, sono curioso anch’io di vedere cosa dirà domani. Ricordo che prima dell’arresto ripeteva questa cosa: mi vogliono sentire un’altra volta ma cosa posso dire di più di quel che ho già detto. Mah, forse punterà sugli errori degli inquirenti». Di Melania poi Rocco racconta era la cognata perfetta, giovane, bella carina e alla mano: «Non posso che dire bene di lei. Gli ha anche perdonato il tradimento, gliel’avevano perdonato anche i suoceri. Dove vai a trovare una famiglia così?”. Rocco però non crede a qualcosa. In particolare non crede alla telefonata sul segreto inconfessabile, quella all’amica Mimma.  Su satanismo, droga e misteri della Clementi Rocco è scettico, infatti racconta«Non mi ha mai detto nulla del genere, né quando è tornato dall’Afghanistan, né prima né dopo». Se domani si scoprisse che Salvatore è l’assassino? Ecco che Rocco risponde «Sarà un’altra tragedia. Già questa vicenda segnerà per sempre le nostre esistenze e quelle dei nostri familiari. Figuriamoci in quel caso. Resterà sempre mio fratello, naturale. No, non ci voglio credere. Non posso crederlo. Non è lui. Lo spero».

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