Il Governo Renzi ha pubblicato il nuovo sito Soldipubblici.gov.it. L’iniziativa è stata lanciata in diretta tv dal premier Matteo Renzi intervistato a CheTempoCheFa: ciascuno di noi può cercare sul sito quanto spende la Pubblica amministrazione e per cosa, pur essendo partito un po’ zoppicante dopo la mezza gaffe di Renzi che si era fatto “rubare” il dominio (sempre in diretta tv). In sostanza il sito mostra i dati di SIOPE, un grande database creato sotto l’egida della Ragioneria dello Stato, con l’obiettivo di monitorare/catalogare/uniformare le voci di spesa della Pubblica Amministrazione.
I retroscena…
Entrambi gli aspetti sono stati sviscerati su Spaghetti Open Data — comunità della quale faccio parte — da Alberto Cottica e Giovanni Menduni, prevalentemente in queste tre discussioni (prima, seconda e terza). In estrema sintesi (ma per completezza consiglio di leggere le varie discussioni qui linkate), Renzi chiede a Riccardo Luna (che è anche Digital Champion) di emulare l’esperienza già fatta con OpenExpo. OpenExpo è promosso però da Wikitalia, associazione della quale Luna è presidente. Luna risponde: «Va bene, ma non coinvolgiamo Wikitalia», verosimilmente per scongiurare il potenziale conflitto di interessi. Nasce così il progetto Soldipubblici, realizzato da Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) e in collaborazione con Banca d’Italia e Siope (ne parla anche Alessandra Poggiani, a capo di Agid, in un’intervista su Europa Quotidiano)
… e il Making Of
Il team di OpenExpo viene coinvolto per fare Soldipubblici.gov.it e il sito nasce più o meno ufficialmente il 21 dicembre 2014. Se ne occupa Giovanni Menduni(a lui si deve il titolo di questo post), che coordina i lavori e su Spaghetti Open Data spiega i dettagli (inserisco i punti a mio giudizio salienti, l’elenco completo è qui):
1. SIOPE viene messo in piedi 8 anni fa come tool interno della RGS per il controllo della cassa. Dati chiusi, dati degli enti locali, niente dati delle amministrazioni centrali, che si controllano già e direttamente senza bisogno di una piattaforma unitaria. Mentre gli altri no.
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4. Il criterio è di “aggiornamento continuo” per cui i dati oscillano per le rettifiche che arrivano in maniera abbastanza frequente dagli enti periferici.
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6. il buon Delrio, a luglio 2014 e con un colpo di mano, riesce a imporre l’apertura dei dati di SIOPE, provocando più di qualche mal di pancia (così mi dicono) nella ragioneria. Non così per la Banca di Italia dove (per quello che ho visto) la cultura è diversa e più operativa e aperta. E’ questa la base di soldipubblici.gov.it che, secondo noi che lo abbiamo pensato, non è un colpo di teatro, la genialata del momento, il tweet del giorno, ma lo step di un percorso faticoso, duro e ordinato sullo spazio di almeno due anni.
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12. … si sta lavorando con economisti, statistici e dipartimenti universitari per capire cosa ha senso e cosa non ha senso comparare. Per non dire (scusate l’inglesismo) cazzate. Cosa invece estremamente semplice in questi casi.
Vale la pena leggere tutto l’interverno di Menduni e anche l’integrazione con repliche ad alcune domande.
Ma i dati sono corretti oppure no?
“La seconda che hai detto”, commenterebbe Quelo. Sull’attendibilità di questi dati ci sono varie perplessità (nel mio piccolo, è questo il motivo per il quale personalmente non li ho ancora utilizzati).
Sono i pagamenti di tutte le regioni riferiti a novembre 2014. € 6.089.194.897,33, € 101,70 PRO CAPITE Sono i pagamenti di tutti i comuni riferiti a novembre 2014. Per cui se uno fa la differenza ne deduce che: € 10.616.015.159,06 Sono i pagamenti di tutti le province riferiti a novembre 2014. Ma mi pare che così non sia e che invece il totale includa anche la sanità o sbaglio?…».
Conclusioni
La Pubblica Amministrazione è affetta da smania di perfezione procedurale/burocratica: il progetto Soldipubblici rompe un po’ questo schema, andando online pur non essendo di fatto completo
Esiste oggi un “ponte” tra civismo e Governo: è rappresentato da Riccardo Luna e l’associazione Wikitalia: è un percorso che può essere criticato, ma rappresenta comunque un’opportunità di innovazione nella PA.
Siamo comunque anni luce avanti rispetto anche solo al passato recente: per quanto criticabile, il percorso di apertura delle informazioni è cominciato ed è già un mezzo miracolo che in Italia a livello governativo esista una qualche sensibilità sul tema.
Sul sito è stata pubblicata una Faq (qualche giorno dopo la pubblicazione) per spiegare meglio i dati e le modalità di consultazione. La trovate qui
Sia Soldipubblici sia OpenExpo sono progetti realizzati gratuitamente a detta dei loro rispettivi autori (per Soldipubblici è stato pubblicato nei giorni successivi un disclaimer in cui si parla di circa 45mila Euro spesi per collaborazioni esterne) : è normale che un Governo basi la propria azione/comunicazione sulla trasparenza su progetti di volontariato? Sicuramente è assurdo che progetti come questi vengano costruiti gratis per la Pubblica Amministrazione (anche l’incarico di Luna come Digital Champion è senza stipendio).
L’uomo della strada, il cittadino — ma anche l’addetto ai lavori — che non legge le discussioni su Spaghetti Open Data (e a questo punto anche Datamediahub) dove trova tutte queste informazioni di dettaglio sul progetto? Questo è un (piccolo?) fail di comunicazione.
Il sito Soldipubblici contiene i dati sulle amministrazioni locali (Regioni, Province, Comuni) ma non sui Ministeri: bisognava cominciare da qualche parte, si dirà, ma siamo sicuri che non includere dall’inizio i dati dei Ministeri sia stata una scelta giusta? Per me no (e su questo cito un post di Leonardo Nesti)
Quali sono i prossimi step? Se il progetto è un work in progress (a mio giudizio, cosa buona e giusta) sarebbe però il caso di spiegare quali saranno i passaggi successivi, cosa verrò implementato, quando e perché, magari includendo un luogo di discussione/suggerimento per eventuali interessati che vogliono contribuire.
L’immagine di copertina di questo post è di Massimo Gentile, il visionario illustratore del gruppo di lavoro di Datamediahub